USB pronta allo sciopero se il CDA INDIRE non stanzia i soldi

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Dopo una lunga ed accurata discussione l’assemblea indetta da USB PI ha dato mandato all’organizzazione sindacale di indire lo sciopero ad oltranza se il CDA non modificherà il PTA come richiesto il 22 dicembre nell’incontro sul tema e come richiesto dalla nota inviata il 18 gennaio.


La proposta USB ha chiaramente mediato ed accolto la richiesta dell’amministrazione dell’esigenza funzionale di un nucleo di ricercatori più corposo. Anche in considerazione del fatto che gli stessi vertici ci hanno dichiarato la volontà di ‘reclutare’ al III livello anche personale già presente nell’ente, riteniamo che l’indizione di concorsi al III livello, successivamente all’applicazione dell’articolo 20 e alle assunzioni da comma 1, sia accettabile e diventi uno strumento per ‘ampliare’ il rilancio dell’Indire come ente di ricerca.


Sottolineiamo che i 3 posti da III livello che USB ha individuato come compatibili alla priorità della stabilizzazione rappresenterebbero in realtà 18 posizioni se risultassero vincitori dipendenti Indire sottoinquadrati, quindi rispondendo pienamente alle esigenze discusse e determinate dal CDA.
Ma, come sottolineato nella nota, la ‘perdita’ del cofinanziamento per 1,8 mln di euro (che rappresentano un aumento del fondo ordinario per circa il 17%) sarebbe inaccettabile per un Ente che è già ‘svantaggiato’ rispetto all’ente gemello Invalsi. Aumento del fondo che, comunque, per la nostra organizzazione non è sufficiente e il rilancio dell’iniziativa nella prossima legge di bilancio è già negli obbiettivi del nostro sindacato.


E’ importante rilevare come, le altre esigenze contenute nel pta siano comunque dilazionabili al 2019 e si possa provvedere anche attraverso concorsi a tempo indeterminato da cui assumere personale a tempo determinato. L'aumento del fondo, infatti, non risolve solo il problema del precariato ma consente la programmazione del completamento dei programmi contenuti nel PTA.


Lo sciopero come proposto dai lavoratori sarà organizzato ad oltranza per fermare le principali attività di servizio. Riteniamo che il percorso sinora condotto dall’amministrazione sul precariato (rinnovi al 2020, corretta identificazione del personale in comma 1 e comma 2, completamento della conversione dei cococo) si manterrà coerente nell’individuazione delle 80 assunzioni che deriverebbero dall’appostamento di 1,8 milioni di euro del FOE per le stabilizzazioni. Ma, anche in considerazione con il quadro generale che vede molte amministrazioni (in testa il CNR) restringere il campo degli stabilizzandi, preso atto del mancato investimento governativo, questa fase richiede estrema attenzione nel vigilare come gli Enti procederanno nella richiesta dei fondi (i 57 mln per il 2019 di cofinanziamento) e applicheranno la Madia.


L’assemblea ha anche dato mandato ad USB PI per intervenire nei problemi che riguardano la libertà di ricerca (compresa la determinazione delle missioni), anche in riferimento ad una organizzazione ombra che sta intervenendo sulle linee di ricerca, e sulla continua emarginazione degli CTER che non vengono assolutamente coinvolti nella discussione che pure li vedete protagonisti nelle funzioni dell’Indire.


Infine, USB ha lanciato la costruzione delle liste RSU, aprendole anche agli indipendenti, sottolineando che il CCNL prevede un quadro dei diritti in netto peggioramento anche a causa della chiusura del comparto ricerca.
Richiamiamo tutto il personale all’attenzione della fase, sia interna che esterna (conclusione del CCNL Istruzione). USB PI è impegnato in tutti i luoghi istituzionali che abbiamo descritto. Unisciti a noi!


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