Precari della ricerca: il DPCM è vicino lo vogliamo pieno di diritti

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Il DPCM (decreto del presidente del Consiglio dei ministri) per le stabilizzazioni uscirà a breve consentendo di entrare nella fase operativa delle stabilizzazioni. Il paradosso che si sta realizzando è che Il Ministero della Funzione Pubblica ha finora lavorato in senso positivo e includente, mentre gli Enti di Ricerca che dovrebbero essere quelli maggiormente interessati vogliono chiudere le porte a un numero enorme di precari. I nodi sono due e sono correlati.


Il primo: gli assegni di ricerca. Gli enti anche contro la legge, hanno deciso sostanzialmente di non considerare gli assegni di ricerca. Questa ‘esclusione’ avviene a 3 livelli:


1.    Non rispetteranno la circolare 3/17 e nel comma 1 inseriranno solo chi ha 3 anni a Tempo Determinato a dicembre 2017 escludendo coloro che raggiungono i tre anni con diverse forme contrattuali e hanno superato una selezione pubblica nazionale.Parliamo di circa 600 lavoratori, di cui quasi 400 al CNR.


2.    Nella elaborazione delle graduatorie del comma 1 non vogliono valutare l'anzianità maturata con assegno di ricerca. Questo determinerebbe chiaramente una graduatoria ‘alterata’ e basata solo sul TD. Se si pensa alla possibilità di poche assunzioni nel 2018     (si veda dopo) significa individuare con o senza assegni due platee completamente differenti.


3.    Il comma 8 non è ancora applicato (per assenza di graduatorie?) se non in pochi enti. Ma l’esclusione degli assegni di ricerca dal comma 1, predispone anche la possibilità che il comma 8 abbia una applicazione limitata.


E’ importante sottolineare come la ‘cancellazione’ dell’assegno non abbia nessuna base soprattutto a fronte delle circolari della Funzione Pubblica che, invece, includono inequivocabilmente gli assegni nella stabilizzazione (nel comma 1 come parte dei 3 anni e, di conseguenza, nella valutazione e nel comma 8). Al contrario le stesse amministrazioni, ad oggi, non aumenteranno il salario accessorio applicando alla lettera la circolare 1/18, pur sapendo che è allo studio degli organi competenti una soluzione. Quando le circolari penalizzano i lavoratori si applicano, quando invece li favoriscono, vengono ignorate. Paradossale ma vero.  


Il secondo nodo lega strettamente le risorse alle applicazioni della circolare. Infatti, la pressione di parte del baronato epr è di non usare tutti i fondi premiali (68 mln per gli enti MIUR), fissandoli nel fondo ordinario e limitando il cofinanziamento a 57 mln. Questo determinerebbe circa 200 assunzioni in meno. Ma la limitazione di accesso al comma 1 riduce di circa 600 unità gli interessati da inserire nella ricognizione richiesta da Funzione Pubblica. Per esempio il CNR passa dai 1400 circa reali a circa 1000, INAF dichiarerà 80 comma 1 non 144 etc etc. Dichiarare meno fa chiedere meno. Così se avanzano soldi dal fondo premiale, rimarranno nella disponibilità degli enti che sicuramente non li utilizzeranno per ulteriori stabilizzazioni.

E’ chiaro che si sta aggirando la volontà del legislatore, pur di difendere un’idea di gestione clientelare mascherata da meritocrazia , peraltro mai diretta ai vertici ma limitata sempre ai ‘sottoposti’, specie quelli più deboli.
A queste situazioni si aggiungono quelle in cui la discrezionalità dell’ente danneggia parte dei precari (si veda Inapp che assume caer e cter e non tutti) o Ispra che già applica il comma 1 e 2 come descritto.
La grande discrezionalità, il tentativo di ridurre la portata del provvedimento limitando le assunzioni del 2018 e la mancata applicazione della circolare rischiano di far si che le stabilizzazioni falliscano negli enti di ricerca con la naturale conseguenza di un contenzioso che bloccherà tutto.


Noi vogliamo


•    l'applicazione della circolare 3/17 senza interpretazioni.
•    l'utilizzo pieno delle risorse disponibnili
•    lo stanziamento nella prossima legge di bilancio delle risorse necessarie a completare le stabilizzazioni di TUTTI i precari degli enti di ricerca.
  
NOI VOGLIAMO TUTTO!
VOGLIAMO #8800

Per questo saremo in assemblea a Roma e poi andremo in presidio il 22 febbraio 2018 dalle ore 10 e 30 MINISTERO DELLA FUNZIONE PUBBLICA

 

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