INAPP, CAPO DEL PERSONALE ACCUSA DI MINACCE SINDACALISTA USB. LUI REAGISCE DENUNCIANDO PER DIFFAMAZIONE IL DIRIGENTE

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DOMANI, 12 LUGLIO, DALLE 10 PRESIDIO A SOSTEGNO DEL LAVORATORE

All'INAPP, l'Istituto Nazionale per l'Analisi delle Politiche Pubbliche, nato il 1° dicembre 2016 dalla trasformazione dell'ISFOL, tira aria di repressione. E' stato avviato un procedimento disciplinare contro Enrico Mari, dirigente sindacale della USB, con l'accusa di aver minacciato il Presidente dell'ente nel corso di un'iniziativa sindacale. Domani, 12 luglio, alle ore 10, è prevista la discussione dell'azione disciplinare e contemporaneamente la USB ha convocato davanti alla sede dell'INAPP un presidio a sostegno del lavoratore.

“Le accuse sono assolutamente infondate – dichiara Cristiano Fiorentini dell'Esecutivo nazionale USB Pubblico Impiego – Nel procedimento si afferma che Mari, a margine di un'assemblea interna e dopo aver sollecitato più volte l'attenzione del Presidente Sacchi alla richiesta di un incontro sindacale, gli si sarebbe rivolto intimandogli di “non azzardarsi domani mattina a rimettere piede in Istituto”. Una frase mai pronunciata dal dirigente sindacale della USB”.

“Nella lettera di contestazione disciplinare – continua Fiorentini – risulta come testimone oculare dei fatti il Capo del Personale che, in qualità di Capo dell'Ufficio Disciplina, ha avviato il procedimento. Nella stessa nota dell'INAPP si legge testualmente che “Una tale intimazione, per le modalità e il contesto pubblico in cui è stata formulata, è risultata tale da configurare una minaccia ai danni del Presidente dell'Istituto, idonea a limitarne la libertà di scelta e di movimento”. Un'accusa pesante che non è rimasta senza conseguenze”.

“Il sindacalista USB dell'INAPP ha ritenuto di dover denunciare per diffamazione il Capo del Personale – riferisce ancora il dirigente nazionale della USB – per difendere la propria dignità e quella dell'organizzazione che rappresenta. Domani mattina dalle 10 saremo in presidio davanti la sede dell'INAPP, in Corso d'Italia N. 33 a Roma, per respingere, insieme ai lavoratori dell'Istituto, l'azione intimidatoria dell'Amministrazione e sostenere il nostro delegato e lavoratore – conclude Fiorentini”.