Ricerca: stabilizzare subito 2600 precari della ricerca! USB indice lo sciopero il 2 Maggio per imporre agli enti le assunzioni entro il 2018

DPCM: e adesso iniziano le danze. Facciamoli ballare noi, stavolta.

Siamo alla vigilia di un altro passo importante della lotta contro il precariato della ricerca ma non siamo assolutamente in grado di festeggiare. Da quando abbiamo iniziato la lotta, maggio 2015 all’ISS e subito dopo Ispra, Istat, Enea, ex ISFOL e CREA, molto è cambiato. Quando negli incontri ai ministeri vigilanti chiedevamo stabilizzazioni sentivamo spesso risponderci dalle controparti politiche che non era più tempo, rafforzate dalla complicità di altre organizzazioni sindacali che, impegnate a chiedere posti di dirigenti, derubricavano le legittime rivendicazioni di stabilizzazione al pietismo del rinnovo di qualche contratto.


E’ SICURAMENTE VERO, E NESSUNO LO PUO’ SMENTIRE, CHE ABBIAMO INFETTATO IL SISTEMA, MA E’ ALTRETTANTO VERO CHE PESA NON ESSERE RIUSCITI AD AUMENTARE I BILANCI DEGLI EPR VIGILATI DAL MIUR DI 300 MLN MA SOLO CIRCA 56. QUESTO CI IMPONE DI AUMENTARE DA ADESSO LA MOBILITAZIONE.


Dalla Funzione Pubblica la risposta è arrivata e, non trattandosi del ministero vigilante, non può che essere valutata positivamente, ora è possibile assumere 2300 precari (utilizzando tutti i fondi del 2019 già nel 2018) a fronte di 8800, ma le risposte degli enti sono lacunose se non addirittura contrarie. Per ottenere che, sul dettato della legge, le assunzioni siano compartecipate per almeno altri 2300 posti, dobbiamo individuare con correttezza gli interlocutori e le controparti.


Se ripercorriamo la nostra lotta, dal 3 ottobre 2017 con il presidio al MEF a oggi, risulta evidente come i risultati positivi siano frutto della corretta individuazione di MEF e Funzione Pubblica come interlocutori.

Gli inciuci pre-contrattuali tra la Fedeli e CGIL, CISL e UIL, come dimostra anche il fallimento del tavolo negoziale tanto strombazzato a fine ottobre, hanno svilito e depresso tanta parte della lotta indipendente del movimento precario, specie al CNR e in INAF. Ora il tentativo lo prevediamo sarà di abbassare il livello di attacco ai Presidenti, proprio i peggiori interlocutori possibili. E’ infatti nell’ambito della ‘sediziosa’ consulta che si individua il reale interesse sulla precarizzazione. La consulta a guida occulta Ferroni che crede di escludere dal comma 1 una parte dei tempo determinato e che di fatto riafferma il ruolo di sfruttamento senza visibilità che l’assegno di ricerca ha nell’organizzazione del lavoro della ricerca. A difesa della consulta si schiera la triplice sindacale. E non è un caso che nel Contratto della scuola CGILCISLUIL predispongano già la fine delle stabilizzazioni richiamando senza che se ne capisca il motivo il jobs act e l’ignobile comma 14 con l’assoluta esclusione della conversione a tempo indeterminato dei contratti a tempo determinato. Sono loro che prestano il fianco ai tentativi dei Presidenti di limitare le stabilizzazioni. Creano in sostanza quell’humus culturale che le lotte hanno sconfitto, a partire dalla norme ottenute con le occupazioni di ISS e ISTAT.


Per questo dobbiamo subito alzare il livello dello scontro sia con uno sciopero della ricerca, diretto anche alla ricerca di interlocuzione con il nuovo Parlamento, sia con le iniziative contro i presidenti, sia con l’azione legale per creare un danno erariale sulle spalle di chi il precariato lo ha alimentato e non lo vuole stabilizzare.


Sarà un ballo lungo, strutturiamoci per farli danzare sulla nostra musica, cominciando dallo sciopero già indetto del 2 maggio 2018, fino all’assunzione di tutti i precari!
    
Per INAF il DPCM rappresenta anche smentire il piano triennale che ora va completamente riscritto. Vediamo nel dettaglio:


1. La lotta dei precari e di USB hanno portato come ‘dono’ all’ente un aumento di fondo ordinario che non dipende dal Presidente e dai vertici scientifici e amministrativi dell’ente.


2. Anzi, se il 22 febbraio USB PI e la precaria INAF in delegazione non avessero spiegato con accuratezza l’inesattezza dei dati sui comma 1 (che comprendono chiaramente anche i comma 1 misti) e comma 2 SMENTENDO ANCHE LE DELIBERE DI CDA E LE INFORMAZIONI MANDATE ALLA FUNZIONE PUBBLICA, COME CHIARAMENTE SCRITTO DA USB, OGGI I VERTICI DELL’INAF AVREBBE PROVOCATO UN GRAVE DANNO ERARIALE E FATTO AFFLUIRE MENO FONDI PER STABILIZZARE! USB ED I PRECARI HANNO QUINDI SANATO LE INTERPRETAZIONI E LE DECISIONI DELL’ENTE.


3. Le 120 assunzioni già a disposizione di INAF vanno reindirizzate perché USB NON VIGILERA’ UN PROCESSO CHE HA INIZIATO (CON LE STABILIZZAZIONI ISS E ISTAT), PROTETTO E AVVIATO.


4. Le assunzioni debbono iniziare nel 2018 e come chiaramente scritto nell’emanando DPCM i fondi 2019 sono utilizzabili nel 2018 come quota parte. Ciò significa che INAF può subito assumere tutti i comma 1 e la metà dei comma 2 al primo dicembre 2018.E questo pretenderemo.


5. Il Comma 1 deve essere basato su una gradautoria basata sull’anzianità di servizio sia a td che ad adr.


6. Il comma 2 deve vedere una selezione (NON UN CONCORSO) basata su un orale che conferma l’idoneità già in possesso del personale e confermata dall’ente nei rinnovi degli assegni (un bocciatura significherebbe che qualcuno nell’ente ha mentito sull’idoneità dell’assegnista e questo significa danno erariale).


7. I concorsi per ‘giovani ricercatori’ assegnati all’ente, quindi, devono avvenire in stretta vicinanza rispetto alle altre procedure, ma le assunzioni debbono avvenire successivamente a quelle del comma 1 e comma 2. Questo consentirà di assumere per concorso il precariato più giovane impedendo che il fenomeno si riaffermi.


8. Tutti gli stabilizzandi vanno rinnovati e mantenuti in servizio.


SIAMO COSCENTI CHE IN INAF L’AVVENTO DI USB SUL PRECARIATO (E A BREVE SU TUTTO IL PERSONALE) RAPPRESENTA QUALCOSA DI IMPREVISTO RISPETTO AD UNA COGESTIONE VERTICI-SINDACATO MA ABBIAMO GLI STRUMENTI DI LOTTA VERA MA ANCHE LEGALI (si veda prossima campagna legale per assicurare le assunzioni di tutti i precari) per contrastare veramente una gestione del personale che non coincide con l’ambiente che la ricerca deve avere.


Il ballo è iniziato! Sta ai vertici decidere se ballare e come!


Sarà un ballo lungo, strutturiamoci per farli danzare sulla nostra musica, cominciando con le iniziative locali e dallo sciopero già indetto del 2 maggio 2018, fino all’assunzione di tutti i precari!

 

Usb Ricerca