DA BERLUSCONI A RENZI, DA BRUNETTA A MADIA L'ATTACCO ALLA RICERCA PUBBLICA CONTINUA

UNICA RISPOSTA LO SCIOPERO GENERALE

Roma -

DA BERLUSCONI A RENZI, DA BRUNETTA A MADIA

L’ATTACCO ALLA RICERCA PUBBLICA CONTINUA

UNICA RISPOSTA LO SCIOPERO GENERALE

Ci risiamo, cambiano gli attori, ma il film è sempre lo stesso: accorpare (sopprimere?) gli Enti di Ricerca. Il duo Renzi/Madia prosegue sulla strada intrapresa da Berlusconi/Brunetta e invece di affrontare i temi veri della Ricerca parte dalla coda.

Non si parla di governance, di precariato, di finanziamenti, di personale. Si accorpa per risparmiare e lo si fa dicendo che così la ricerca funzionerà meglio. Consigliamo al giovane Renzi di parlare di cose che conosce. L’accorpamento degli enti potrebbe essere il risultato di un processo di rivisitazione del sistema che parta dalla Governance, funzionale ad un, mai esistito, piano nazionale per la ricerca, con tanto di stanziamento di risorse, stabilizzazione dei precari, individuazione degli obbiettivi e conseguente adeguamento degli strumenti per ottenerli.

Ma il giovane Renzi parte dalla fine perché è più semplice e perché il vero obbiettivo è tagliare, risparmiare, ridimensionare, il tutto infiocchettato con parole chiave come “eccellenza”, che colpiscono l’immaginario collettivo anche se poi nella realtà non significano niente!

E già, il giovane Renzi sa poco o niente di Ricerca e la sua fedele scudiera, Marianna Madia, se sa, ha ancora più responsabilità. Non sanno i due neo liberisti che la ricerca si fa col lavoro quotidiano di tanti ricercatori, tecnici, operatori e personale amministrativo di supporto, che forse non sono “eccellenze”, ma che costruiscono, ogni giorno con un tassello più o meno importante, il puzzle della conoscenza dal quale poi scaturiscono le grandi scoperte. La Ricerca è frutto di un’intelligenza collettiva che si costruisce con il coraggio di idee nuove e di investimenti anche, forse soprattutto, in un momento di crisi.

È giusto discutere di Ricerca. Ma dovremmo discutere di qual è lo stato attuale nel quale versa la Ricerca, discutere di quale ruolo deve avere nel nostro Paese, darsi degli obbiettivi reali per poi pianificare una serie di interventi che risolvano quelle che oggi si presentano come criticità.

Tutto questo però non è a costo zero.

È un lavoro oscuro, non da titoli sui giornali, per il quale servono risorse da investire per modernizzare le infrastrutture, dotare gli enti di strumentazione all’avanguardia, stabilizzare i precari e pagare adeguatamente il personale. Tutto questo non c’è nel programma presentato da Renzi e Madia.

Si vogliono costruire centri di “eccellenza” mentre ci sono enti con bilanci in rosso a causa dello scarso finanziamento ordinario; enti che sono costretti a pagare il personale precario con i soldi destinati al funzionamento; il CCNL della Ricerca, al pari di quello di tutto il Pubblico Impiego, è fermo al 2009; le carriere sono bloccate; i ricercatori hanno gli scatti bloccati mentre per i professori si è, giustamente, derogato.

Perché un ricercatore bravo, e ce ne sono tanti in Italia, dovrebbe rimanere a lavorare in questo Paese in strutture fatiscenti, con strumenti inadeguati, con pochi fondi, con il contratto bloccato, la carriera bloccata e magari anche precario senza prospettiva di stabilizzazione?

La verità è che questo Governo, sotto l’egida di Napolitano e la guida dell’Europa, sta sferrando l’ultimo attacco al settore pubblico ed alla Ricerca pubblica. Nello specifico degli Enti di Ricerca l’obbiettivo, neanche tanto nascosto, è quello di un super CNR al servizio delle imprese e della ricerca militare, e una serie di enti trasformati in agenzie con conseguente riduzione di competenze, fondi e personale. In sostanza il colpo di grazia all’idea di Ricerca pubblica vicina agli abitanti di questo Paese, ai loro bisogni, alle loro necessità, una pietra tombale sulla Ricerca pubblica vista come welfare avanzato.

E sta facendo tutto ciò in modo autoritario ed arrogante, negando il confronto con i soggetti sociali che rappresentano istanze diverse da quelle del Governo, disconoscendo di fatto le basi della nostra democrazia e della nostra Costituzione. La letterina ai dipendenti pubblici è la sublimazione del berlusconismo moderno, un metodo tipico dei dittatori populisti, una farsa utile esclusivamente a nascondere il carattere profondamente anti democratico di questo Governo.

Non intendiamo piatire, come fanno CGIL CISL e UIL, un posto intorno al tavolo dove si smantella la Ricerca pubblica insieme a tutto il settore pubblico, non chiediamo la riapertura della concertazione che abbiamo sempre combattuto.

Noi pensiamo che l’unico modo per opporci al drastico ridimensionamento del settore della Ricerca Pubblica, portato avanti con tanta arroganza e tanta incompetenza, sia quello del conflitto, della lotta, del protagonismo sociale di una porzione importante di questo Paese.

Per questo USB PI – Ricerca lancia un appello a tutti i lavoratori degli EPR, ricercatori, tecnici, operatori e amministrativi, precari o di ruolo,

A Tutti coloro che, tra mille difficoltà, danno quotidianamente il proprio contributo alla Ricerca.

A Tutti coloro che, lavorando nella Ricerca pubblica, pensano di essere al servizio dei cittadini e non delle imprese

A Tutti coloro che ritengono una palese ingiustizia il blocco del contratto nazionale

A Tutti coloro che oltre al lavoro devono preoccuparsi delle scadenze del proprio contratto e ritengono di avere diritto ad un lavoro stabile

A Tutti coloro che ambiscono ad una legittima progressione di carriera

Per costruire, tutti insieme a partire dai nostri posti lavoro, l’opposizione sociale alle politiche dell’Europa delle banche, del FMI, della BCE delle quali Renzi e Madia sono interpreti, per difendere un’idea di ricerca pubblica centrale nello sviluppo sociale e non asservita agli interessi dell’impresa, per difendere i propri diritti oggi quotidianamente violati, per difendere la propria funzione, per difendere lo stato sociale ed un modello di società solidaristico.

USB PI – RICERCA PORTERÀ QUESTI CONTENUTI IN PIAZZA GIÀ DALLA GIORNATA DI MOBILITAZIONE NAZIONALE DEL PUBBLICO IMPIEGO DEL 14 MAGGIO E ORGANIZZERÀ LA LOTTA CONTRO GLI ACCORPAMENTI E LE SOPPRESSIONI DEGLI ENTI DI RICERCA NEI POSTI DI LAVORO, NELLE PIAZZE E NEI PALAZZI DEL POTERE. ANDANDO VERSO LO SCIOPERO GENERALE!

USB PI - RICERCA