USB PI e i lavoratori precari della ricerca fanno anche il ricorso!

Roma -

Parte con un’impugnativa da inviare non solo ai datori di lavoro, ma anche ai ministri responsabili, il ricorso dei precari che sono nelle condizioni stabilite dalla sentenza della corte europea. Con una serie di domande/risposte spieghiamo come USB PI affronta questo strumento, secondario rispetto alla lotta e al conflitto che dovremo comunque mettere in campo per ottenere le assunzioni, ma da non sottovalutare e su cui puntare con decisione.


Chi può fare ricorso? Tutti i lavoratori precari che siano impiegati (o lo siano stati) per almeno 3 anni negli enti pubblici di ricerca, anche provenienti dall’università o da altre amministrazioni. Non è importante se ci siano stati o meno stacchi retributivi.


Possono farlo anche borsisti, assegnisti, cococo e dottorandi? Si, anche se chi non ha 3 anni a tempo determinato dovrà dimostrare che le attività ‘atipiche’ erano in realtà lavoro subordinato. Sono ricorsi che si possono vincere e che servono a dimostrare che non è la forma contrattuale che determina la figura del lavoratore.


Ci sono differenze tra chi è pagato con fondi istituzionali e fondi di ricerca? Siamo a conoscenza che varie sigle sindacali stanno introducendo questo tema per non fare i ricorsi, ma come nel 2006 i commi ottenuti dall’allora RdB permisero la stabilizzazione di precari pagati anche da finanziamenti di ricerca, riteniamo che il mezzo di pagamento non determini differenze. I precari sono di fatto dipendenti dell’ente e vengono utilizzati nella catena gerarchica stabilita dall’ente stesso.


Ci sono possibilità di vittoria? Ad oggi nella scuola ci sono sentenze che assumono (ma i vincitori sono in attesa di assunzione ancora oggi) e sentenze che pagano ai precari decine di migliaia di euro di danni. Ma il ricorso va accompagnato dalla lotta.


Che tempi ci sono? Lunghi, per questo non possiamo limitarci al ricorso, ma dovremo mettere in campo iniziative alternative e chiedere l’approvazione di una norma di stabilizzazione.


Quali altre iniziative mette in campo USB PI Ricerca? Abbiamo già presentato alla Commissione Europea una denuncia che ha portato la Commissione ad aprire due procedure di infrazione contro l’Italia (voto ai precari ed anzianità di servizio). Per le assunzioni, la CE ci ha chiesto ulteriori documentazioni e le consegneremo subito dopo le RSU per unirci ad un’infrazione già avviata per gli ATA.


Come si svolge l’azione legale? Innanzitutto invieremo, sindacato e lavoratori insieme, un’impugnativa agli enti ma anche al Governo. L’impugnativa è atto politico ed individua i responsabili chiamandoli direttamente in causa. Subito dopo avviamo il ricorso. Intendiamo presentare i ricorsi entro e non oltre maggio 2015 per avere un argomento forte di rivendicazione nell’ambito di un ’eventuale legge di riforma della ricerca, di cui il governo parla da mesi.


Costi e modalità di adesione? Per gli iscritti il ricorso ha il costo iniziale di 100 euro . In caso di assunzione prima dell’esito legale, se non si vuole andare avanti per i danni, il ricorso sarà interrotto complessive con spese legali di 150 euro. Se il ricorso si concluderà con l’assunzione la spesa definitiva sarà di 300 euro. Qualora si ricevessero, anche, i danni economici (per esempio per il riconoscimento dell’anzianità di servizio da ricercatore/tecnologo) lo studio legale riceverà una percentuale del 12% (comprese tasse e spese). I non iscritti possono partecipare con un costo doppio.

 

per informazioni scrivi a ricerca@usb.it