Istat: Anticipo di fascia per i I-III con raggiro

Roma -

Lo scorso 7 marzo è stata sottoscritta l’ipotesi di accordo integrativo sull’anticipo di fascia per i livelli I-III. Saltano agli occhi due elementi:

1. le norme riportate sono state “adattate” dall'Amministrazione a proprio uso e consumo, riducendone il senso e le modalità di applicazione;

2. non vengono riportate tutte le norme contrattuali: manca l’art. 16 del Ccnl 2006-2009, I biennio economico* (si veda in fondo al comunicato).

L’Amministrazione omette di riportare che l’art. 8 del Ccnl 2002-2005** afferma che “annualmente gli enti possono disporre gli anticipi di fascia”; in Istat la cadenza è diventata decennale, risalendo al 2008 il primo e finora unico bando.

Ma il capolavoro dell’Amministrazione si realizza coniugando questa dimenticanza con le risorse economiche utilizzabili, previste dall'art. 9 del Ccnl 2002-2005***. Nell'accordo difatti vengono stanziate risorse per 57 mila euro come fossero una tantum. Si omette quindi il fatto che tali risorse vanno accantonate OGNI ANNO a partire dal 31.12.2005 e non per un singolo anno!

Gli altri Enti Pubblici di Ricerca riportano chiaramente le norme e l’accantonamento per ogni anno delle risorse economiche.

Così hanno fatto all'INAIL per il personale ex-ISPESL (inquadrato con il contratto Ricerca). Nelle loro graduatorie del 2016 si legge:

“…in attuazione dell’art. 16 del Ccnl 2006/2009 – comparto Ricerca ed in applicazione dell’art. 8 del Ccnl 7/4/2006 – biennio economico 2004/2005, consente l’attivazione alle procedure per l’anticipo dei passaggi di fascia che non hanno avuto luogo negli anni dal 2006 al 2010, nei limiti dello stanziamento delle risorse appositamente per complessivi euro 197.470,00 pari allo 0,20% del monte salari 2003 per ciascun anno”. Nel 2016 si cumulano le risorse degli anni in cui non sono state effettuate le selezioni e si procede, si badi bene, con decorrenza al 31 dicembre 2009.

Così hanno fatto pure all’ENEA; basta leggere l’accordo oppure i bandi: profilo ricercatore e tecnologo. Il CNR nel 2013 ha stanziato per queste procedure 4,77 milioni di euro, mettendoci addirittura risorse aggiuntive.

I contratti collettivi nazionali tuttora vigenti prevedono quindi un’attivazione annuale degli anticipi di fascia, finanziata ogni anno con risorse apposite; che non possono in alcun modo essere disperse ma devono essere comunque utilizzate per la valorizzazione della specifica professionalità dei ricercatori e tecnologi. Difatti le risorse non interamente utilizzate vengono eventualmente destinate dalle norme contrattuali a finanziare l’art. 64 (anomale permanenze, poi abrogato e sostituito dall'art. 15) o a incrementare l’indennità di valorizzazione professionale.

Stando all’ultimo bilancio consuntivo approvato, per l’anno 2016, l’Istituto ha un avanzo di amministrazione di ben 130 milioni (sic!) di euro, 97 dei quali non vincolati da spese già programmate per il futuro. Anche a dispetto di una diminuzione dello stanziamento ordinario da parte dello Stato.

Il risultato economico, tanto eclatante quanto insensato per un bilancio pubblico, viene riconosciuto alla dirigenza, oltre le retribuzioni di base. Le vengono destinati annualmente 2 milioni di euro per indennità di posizione e di risultato: 1,2 milioni per la dirigenza tecnica; 453 mila ai dirigenti amministrativi di II fascia (8 posizioni) e 274 mila a quelli di I fascia (2 posizioni). USB ha denunciato alla Corte dei Conti l’entità di questi accantonamenti, che sono stati aumentati (invece che decurtati) nel periodo di blocco stipendiale.

Parallelamente, da anni denunciamo la sottrazione indebita di risorse per i livelli IV-VIII. Parte del personale ricercatore e tecnologo dell’Istituto si è forse illuso di essere al riparo dalla mannaia con cui vengono gestite le politiche per la valorizzazione professionale e di avanzamento di carriera da parte dei vertici. L’accordo sugli anticipi di fascia testimonia oltre ogni ragionevole dubbio che il personale non dirigenziale dell’Istituto nella sua interezza è ripagato con la stessa moneta: ci si deve spartire un soldo di cacio e ringraziare per la magnanimità.

Ribadiamo ancora una volta che il tempo di cambiare è arrivato da un pezzo: i due pesi e le due misure dipendono solo dal fatto che la bilancia è truccata.

 

Il collettivo di USB-PI Istat