ENEA: Calandrino e la ciambella di salvataggio

Ovvero: Si può essere sindacalisti locali o nazionali, l’importante è non farsi infinocchiare dall’Amministrazione

Roma -

L’accordo chiuso la sera del 12 luglio in Enea da sindacalisti locali di UIL ed Anpri è l’esempio di quello che un sindacalista NON dovrebbe mai fare. L’Amministrazione li ha presi per il collo, rigirati ben bene e con la scusa di “salvare il salvabile” si è fatta firmare un accordicchio in cui “sgraffigna” un bel po’ di dobloni (circa 2,4 milioni di €) ai lavoratori Enea per il quadriennio 2010-2013. Vedremo in seguito che i danni sono ben maggiori e specie il rappresentante locale della UIL ha contraddetto anche il proprio nazionale.

La vicenda ricorda la novella di Calandrino che, imbrogliato dagli amici Bruno (l’Avvocato?) e Buffalmacco (il Commissario?), crede di possedere la pietra (l’elitropia) per l’invisibilità ma in realtà è tutta una presa in giro. Attenzione perché Calandrino non è sciocco, è uno che, cattivo con i deboli (picchia la moglie appena può), è arrampicatore sociale e avido. E’ nel Decameron personaggio negativo, giustamente beffeggiato e punito. Certo il maiale che gli imboniscono è suo, in un’altra novella boccaccesca, e non dei lavoratori Enea, e questo non è di poco conto.

Ritornando, purtroppo alla realtà, l’accordo del 12 luglio dimostra come la poca preparazione ed improvvidenza del sindacalista può provocare danni notevoli.

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