ALL'ISTITUTO SUPERIORE DI SANITÀ RIORDINO E LICENZIAMENTI

Roma -

La situazione dell’Istituto Superiore di Sanità sta rapidamente precipitando. Insieme al riordino vero e proprio, regolamenti e organizzazione, inizia l’attacco al personale precario.

Il primo provvedimento di licenziamento partito il 18 marzo e ritirato il 20 dopo che USB PI insieme a oltre duecento lavoratori ha dato un segnale chiarissimo all’Amministrazione occupando immediatamente la Direzione Generale.

Ad un provvedimento ritirato, però, altri trenta ne sono stati annunciati e secondo le nostre stime circa 150 lavoratori precari rischiano il posto entro la fine dell’anno.

Per questo non ci siamo fermati e abbiamo continuato la mobilitazione con un presidio lunedì 23 marzo che è culminato nell’occupazione dell’aula dove avrebbe dovuto svolgersi la presentazione della bozza di riordino da parte del Commissario ai Direttori di Dipartimento.

Dopo un serrato confronto con Commissario e Direttore Generale si è usciti con la convocazione di un tavolo il 30 marzo, con l’impegno a coinvolgere il Ministro, e la garanzia che alla scadenza del 31 marzo nessun posto di lavoro sarà toccato.

È evidente che siamo di fronte ad un attacco complessivo portato contro l’ISS. Si colpiscono i lavoratori precari nel momento in cui si deve realizzare concretamente un pesante ridimensionamento dell’Ente contemporaneo al potenziamento dell’AIFA, il tutto funzionale ad un sistema, costituito da AIFA AGENAS e ISS, al servizio delle multinazionali farmaceutiche e non più dei cittadini.

Una vicenda che ricorda molto quella dell’ISFOL e che ci racconta di come il Governo Renzi stia lavorando per ridurre la Ricerca Pubblica ad un “servizio” funzionale al nuovo modello sociale che si sta realizzando nel nostro Paese in ossequio ai dettami della Unione Europea. ISFOL e ISS sono due vicende condotte con la stessa modalità autoritaria negando qualsiasi possibilità di contrattazione e con i precari nel ruolo delle vittime predestinate.

All’ISFOL come all’ISS non arretreremo di un centimetro, né nella difesa del posto di lavoro, né nella difesa del ruolo e della funzione dell’ISS

USB continuerà a lottare.

Continuerà con le mobilitazioni nonostante il clima di pesante intimidazione interno all’ente. Continuerà, forte dell’assoluto primato tra le Organizzazioni Sindacali.

Continuerà, forte soprattutto della grandissima partecipazione dei lavoratori alle iniziative che finora, nelle due occupazioni, con la loro determinazione sono riusciti a respingere gli attacchi.

L’ISTITUTO NON E’ DI RENZI, NON È DELLA LORENZIN, NON È DI RICCIARDI!

L’ISTITUTO SUPERIORE DI SANITÀ È DEI LAVORATORI E DEI CITTADINI E

LOTTEREMO NON SOLO PER DIFENDERLO, MA PER RILANCIARLO!