ISTAT: Non è stagione di saldi!

CONTRATTAZIONE INTEGRATIVA E PROGRESSIONI: NON E' STAGIONE DI SALDI!

Roma -

Lo scorso dicembre la legge di stabilità 2015 ha abrogato le norme che hanno bloccato per anni la possibilità di ricevere incrementi retributivi attraverso la contrattazione integrativa, per i lavoratori pubblici. Ora, pur permanendo il blocco dei rinnovi contrattuali fino al 2020, si può incrementare il fondo per il trattamento accessorio, riconoscere aumenti della retribuzione (comprese le voci pensionabili), si possono fare progressioni economiche (art. 53) e di carriera (art. 54).
 
Da qualche settimana un attivissimo gruppo di lavoratori sta portando avanti un meritevole lavoro di organizzazione per fare in modo che il tema delle progressioni economiche e di carriera per i livelli IV-VIII sia una priorità nell’agenda dell’Amministrazione dell’Istat. Uno sforzo notevole di acquisizione di competenza tecnica sulla materia, la cui normativa è complessa e farraginosa; e anche di diffusione capillare al personale dell’Istituto.
Un battage autorganizzato per diffondere la consapevolezza della reale posta in gioco, dopo anni in cui si è stati supinamente costretti a non potere chiedere nulla.
L’assemblea autoconvocata dello scorso 16 marzo è stato un momento fondamentale: la partecipazione di massa è il risultato più evidente dell’efficacia del lavoro che si sta facendo con tanta dedizione.
Ma questa mobilitazione non è che al suo inizio. Crescerà ancora tanto in termini di consapevolezza della propria forza e della assoluta legittimità delle proprie richieste.
E un buon misuratore di questa crescita sarà inevitabilmente dato dalla necessaria maturazione delle capacità dei lavoratori di gestire in prima persona la vertenza, a partire dalla autogestione reale delle assemblee, a prescindere da quale organizzazione sindacale le indica. Quest'ultimo sarà un passaggio indispensabile, per riuscire a determinare un esito largamente positivo della vertenza sulle progressioni.

Di contro, l’atteggiamento finora tenuto dall’Amministrazione dell’Istat non è solamente pretestuoso, ma apertamente provocatorio: non c’è alcun segnale di una volontà concreta di cogliere tutte le opportunità che l’attuale contesto normativo offre per aumentare lo stipendio di parte considerevole dei propri dipendenti.
Il Direttore Generale ha parlato, durante gli incontri del 16 marzo, di una disponibilità di circa 450.000€ per le progressioni. Non può non sapere che, stando ai documenti prodotti dai suoi stessi uffici, quella somma va da subito incrementata di 1.283.931,20€, perché è un taglio previsto in sede di redazione del bilancio di previsione 2015 (nell’ottobre scorso) ma che la legge di stabilità 2015 ha abrogato.
Talmente evidente, che non ci dovrebbe neanche essere bisogno di discuterne. E non sarà neanche la somma di queste due voci, circa 1,8 milioni di euro, a costituire il punto di inizio di una trattativa seria. Sono da aggiungere le risorse aggiuntive che le norme ammettono per incrementare il fondo accessorio: dai risparmi del riordino organizzativo a quelli per la riqualificazione delle spese. Dal conto terzi (a precarietà zero!) alle economie del fondo negli anni precedenti (ne viene consentito l'uso una tantum).

La possibilità c'è. Manca la volontà politica!

Va in scena la mortificante manfrina di sempre: l'Amministrazione dilaziona, finge interessamento, si dichiara disponibile, chiede tempo e fiducia per poi proseguire imperterrita nello schema frustante e umiliante di proporre delle briciole, procurando “risparmi” e avanzi di bilancio multimilionari, calpestando le aspettative di chi lavora.
Anche quest’anno, prossimi alla scadenza del 31 marzo per la presentazione di un documento per la razionalizzazione e la riqualificazione delle spese (i cui risparmi possono incrementare il fondo), del piano non c’è traccia!
Esattamente come in tutti gli anni passati: omissione consapevole i cui danni sono pagati da chi lavora; omissione mai denunciata dai sindacati storicamente presenti in Istat. Nel frattempo i signori ai piani alti si dividono lautissimi emolumenti, raggiungendo sempre e comunque il 100% degli obiettivi da loro stessi prefissati.

Lunedì 23 marzo ci sarà un’altra autoconvocazione dei lavoratori, in vista degli incontri del 25 marzo; per quel giorno l’Amministrazione ha convocato alcune sigle sindacali dell’Istituto per discutere nuovamente del fondo del 2015 e delle progressioni, reiterando l’esclusione della nostra organizzazione.
L’Amministrazione si arroga arbitrariamente la facoltà di scegliere i sindacati con cui confrontarsi e di selezionare la rappresentanza dei lavoratori. Pensa evidentemente di potere fare digerire in fretta la somministrazione di qualche briciola per depotenziare la mobilitazione in corso.


Non essendo stagione di saldi né per i salari né per i diritti, USB-PI rivendica il diritto al pieno esercizio delle proprie funzioni di organizzazione sindacale, sollecitato ora dal grande consenso espresso dai lavoratori con il voto RSU. Rivendica anche il diritto che le delegazioni di lavoratori, scelte dalle assemblee autorganizzate, abbiano libero accesso agli incontri fra Amministrazioni e sindacati.

Invitiamo tutti i lavoratori a partecipare attivamente all’assemblea di lunedì prossimo, 23 marzo


In allegato, la nota mandata oggi ai vertici dell'Istat, sul tema della costituzione dei fondi per il salario accessorio dal 2011 in avanti e delle risorse aggiuntive che è indispensabile inserire nel fondo 2015.

 

Il collettivo di USB-PI Istat