ENEA: I PRECARI SONO UN PROBLEMA DI LEGITTIMITÀ PER L'ENEA? E LA SALUTE DEI LAVORATORI INVECE?

Roma -

L’ENEA, al terzo incontro sul lavoro flessibile, continua ad arroccarsi dietro le leggi che ci sono o che mancano, rifiutando un accordo sindacale che è lo strumento politico possibile per superare ostacoli veri o presunti. Addirittura si fa riferimento a una presunta illegittimità delle proposte portate al tavolo, le stesse che in altre realtà, forse più lungimiranti di quella ENEA, sono ampiamente praticate.

Gli altri Enti non aspettano delibere e decreti ma in piena autonomia, propria dell’attività di ricerca, riconosciuta a livello nazionale ed europeo, siglano accordi per difendere la continuità della ricerca, svolta in modo massiccio da lavoratori a termine.

Dove sta, invece, la legittimità quando si parla di salute dei lavoratori?

Sembra che per l’ENEA esistano solo bozze di decreti ancora non approvati, come la “riforma Madia”, piuttosto che leggi consolidate nei decenni e in ENEA non applicate - o solo a “pezzi e bocconi” - dalla 626 del ‘94, ora testo unico 81/2008, e a tutte le leggi sui rischi specifici, come quella sull’amianto del ’92.

L’unica “legittimità possibile” è il rigore nella tutela della salute dei lavoratori e la lungimiranza e determinazione nella risoluzione del problema del precariato, perché, ribadiamo, gli strumenti ci sono, legali e politici, sia per i rinnovi dei contratti sia per la tutela della salute sui posti di lavoro.

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USB P.I. Ricerca