Accolte le dimissioni della presidente Mortari: che INDIRE resta e che INDIRE vogliamo!
Il 30 maggio 2022 il ministro Bianchi ha firmato il decreto di revoca della nomina della presidente Luigina Mortari. In contemporanea, la ministra Messa firmava il DM n. 250 del 23/02/2022, ossia la ripartizione delle risorse necessariealle stabilizzazioni negli EPR, smentendo l’unico atto istituzionale rilevante (e sbagliato!) approvato dalla stessa presidente, ossia il PTA senza stabilizzazioni (e senza articolo 15). Infatti, il decreto stanzia solo 3 stabilizzazioni e circa 580 mila euro di aumento del FOE (per USB da attribuire anche alle stabilizzazioni), perché nel PTA, comedenunciamo da dicembre 2021, non sono state inserite né le stabilizzazioni né i fondi del comma 310 con gli allargamenti all’articolo 15 (utilizzabile solo per i III livelli!) e per i passaggi di livello del resto del personale.
Da questa vicenda esce un INDIRE profondamente diviso, in linea con quello che sta accadendo in altri enti sempresotto la guida di “baroni” universitari. Citare il CNR per la riorganizzazione esterna o l’INFN per la fine delle stabilizzazioni o l’ISS per il tentativo di bloccare le carriere, atto già deliberato per ricercatori e sotto- inquadrati, chiarisce come questa nuova classe di presidenti tenti di importare una ideologia fortemente sotto accusa sia per i pochirisultati prodotti negli atenei, sia per le continue inchieste aperte dalla magistratura sul reclutamento del personaleuniversitario.
È un INDIRE diviso anche per le continue inchieste giornalistiche, che però non portano ad inchieste giudiziarie e che siriferiscono a cose in atto da anni e su cui la Corte dei Conti e i revisori sembrano non aver dato peso per molto tempo,pur avendo a disposizione la documentazione per farlo.
Appare strano, inoltre, che le fonti che hanno inviato ai giornalisti de La Repubblica queste informazioni, abbiano omesso per anni di inviare quelle sul buco di 200 milioni del CNR (dichiarato a 150 mln nel 2021 dall’attuale presidente) e che gli stessi giornalisti per anni non abbiano pubblicato segnalazioni fatte da USB su questo fattospecifico e sull’uso dei fondi in altri EPR!
È chiaro che su INDIRE c’è una battaglia in atto. E le forze agiscono senza palesarsi, nominando presidenti e“desecretando” carte. Tutto questo però si ripercuote negativamente sui dipendenti INDIRE, tutti, compresi i precari, i lavoratori del progetto Erasmus+ e dei progetti in affidamento.
Per USB la gerarchizzazione, la mancanza di trasparenza e la conduzione “familistica” non sono nati ieri. Eppure, INDIRE va protetto dall’accusa, che anche fonti sindacali hanno diffuso (esistono anche gli audio), di “clientelismo”. E va rilanciato proprio cambiando il regolamento e superando l’ordinamento emergenziale attraverso il passaggio a ricercatore/tecnologo dei tanti dipendenti sotto-inquadrati e la stabilizzazione dei precari, ma anche attraversol’avanzamento delle carriere per tutti. Un ente di ricerca “matriciale”, con poche strutture e tanti cervelli, senza precari esotto-inquadrati.
Questo è quello che chiederemo al/alla nuovo/a presidente. Partendo dal comma 310 e da un nuovo regolamento difunzionamento e del personale, superando questo brutto periodo e tanta strumentalizzazione.
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