BRESSANONE E GLI ACCORDI INTEGRATIVI BRUNETTIANI NEGLI EPR
Il CODIGER è il misterioso coordinamento delle direzioni generali degli EPR che si conosce solo per la favolosa convention di Bressanone. L’ultima si è svolta dal 1 a 3 luglio. Sarebbe curioso capire come sono pagati questi eventi (se da fondi degli EPR) e se si pagano anche le spese degli ospiti e in che modalità. L’indicazione di un ‘profondo’ cambiamento ci fa ritenere che non siano tutte rose e fiori, ma di questo ci occuperemo nei singoli Enti.
Quello che invece appare più interessante è analizzare il mix esplosivo che si sta creando tra valutazione e contratto integrativo, oltre al reclutamento, e che potrebbe trovare un pericoloso precipitato organizzativo proprio nelle giornate di Bressanone.
La selezione degli oratori e la loro provenienza, Funzione Pubblica piuttosto che dal trombato CIVIT o dall’ANVUR, segnano il cambio di passo. La valutazione s’ha da fare. E non è un caso se tra i più attivi nell’organismo autoreferenziale del COGEDIR brilli l’Ispra, primo Ente a cercare di applicare le fasce meritocratiche (10% bravi, 40% bravini, 40% scarsetti e 10% peggiori) come dichiarato nelle comunicazioni interne dell’Ente. Quindi il CODIGER si prepara alla “Brunetta”. E ci punta talmente dritto che ha già invitato al ‘tavolo’ CGIL CISL e UIL che, seppure con qualche distinguo, si sono sempre dichiarati favorevoli alla valutazione, da subito CISL e UIL con Brunetta nel 2008 e a seguire la CGIL con l’adesione al protocollo di intesa sul lavoro pubblico del 3 maggio 2013 con l’allora Ministro Patroni Griffi. E non è un caso che nella riforma della PA all’art. 9 lett. M ad oggi, lunedì 13 luglio 2015, sia presente un emendamento - approvato - che assegna un ‘premio’ proprio al 10%, e solo a quello, del personale.
È chiaro come, su questa partita, i sindacati complici - orfani dei tavoli di concertazione cancellati da Renzi - si giochino le ultime carte per tornare a svolgere un ruolo nei posti di lavoro gestendo le classifiche dei buoni e dei cattivi.
Il rischio è che i nuovi contratti integrativi, così come lo sblocco dei contratti nazionali, diventino strumento nelle mani delle controparti, Governo e Amministrazioni, per completare l’attacco ai diritti e peggiorare le condizioni di lavoro negli EPR, così come in tutta la PA. Su questi presupposti a Bressanone hanno, di fatto, lanciato la contrattazione 2015.
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