CGILCISLUIL provano ad introdurre il Jobs Act nella Ricerca. USB PI dice no e prepara le contromisure
Quando un accordo serve più all’Amministrazione che ai lavoratori significa che non è un buon accordo.
USB non ha firmato l’accordo per la proroga dei lavoratori TD non compresi nella legge 125/13 perché non lo giudica un buon accordo, perché non era in discussione la proroga di quei lavoratori, perché ritiene che possa addirittura essere un accordo sbagliato nella più complessiva battaglia contro la precarietà che ha un solo obbiettivo, la stabilizzazione!
Diciamo subito che la proroga di questa parte di lavoratori precari a TD non era messa in dubbio dall’Amministrazione, non perché la dirigenza sia particolarmente illuminata, ma perché il diritto alla proroga lo avevamo conquistato con l’occupazione della direzione generale il giorno dopo la notifica del licenziamento a Sandro Norelli. Lo avevano già conquistato gli oltre trecento lavoratori che hanno partecipato alle iniziative di protesta organizzate da USB nei giorni successivi.
Quindi ciò che eravamo chiamati a discutere non era se prorogare o meno i lavoratori, ma attraverso quale strumento prorogarli, tenuto conto del cambio di normativa intervenuto a seguito dell’approvazione del Jobs Act. Nonostante qualche Organizzazione Sindacale sia andata a raccontare ad alcuni lavoratori precari, segnatamente quelli dello stabulario, che non sarebbe stato possibile prorogarli e che si doveva fare per forza un nuovo concorso.
In questo quadro avevamo dato una valutazione positiva della prima proposta dell’Amministrazione di attivare le proroghe attraverso un atto datoriale, in quanto, dopo averne verificato con i legali, la legittimità, aveva il pregio di non chiamare in causa il Jobs Act e di responsabilizzare l’Amministrazione anche per il futuro di questi lavoratori. Ovviamente avevamo proposto di inserire una clausola che vincolasse l’amministrazione a convocare i sindacati nel momento in cui ritenesse che non ci fossero più le condizioni per continuare con le proroghe. Purtroppo l’Amministrazione si è successivamente tirata indietro a seguito delle pressioni di CGIL CISL e UIL che eseguono supinamente le indicazioni del proprio nazionale senza nessuna capacità di discernimento, perseguendo esclusivamente l’interesse di bottega.
E così si è arrivati ad un accordo che, oltre a recepire il Jobs Act, protegge maggiormente l’Amministrazione e che rischia di compromettere in sede di giudizio l’ottenimento della stabilizzazione a seguito di ricorso, come dichiarato anche dalla parte pubblica e dal suo consulente.
A fronte del rifiuto dell’Amministrazione di prorogare tutti i TD fino al 2020, USB ha chiesto ed ottenuto che da questo accordo venissero esclusi i TD compresi nella Legge 125/13, i quali già godono della prorogabilità per legge al 2018, più protettiva di quella attraverso accordo, in modo che non subissero eventuali danni prodotti dall’accordo CGIL CISL e UIL e Amministrazione.
USB si è comunque già attivata per prendere le necessarie contromisure, ma rimane il dato politico di un marcato arretramento nella battaglia contro la precarietà segnato da Organizzazioni Sindacali producono più danni quando sono presenti che quando si disinteressano del precariato.
Quanto accaduto all’ISS conferma il giudizio politico sui sindacati collaborazionisti che non hanno mai combattuto realmente la precarietà, come testimonia il comunicato unitario di CGIL CISL e UIL della Ricerca a seguito dell’incontro con il Ministro Madia del 24 novembre nel quale, Ministro e sindacati, convenivano che per far fronte alla precarietà negli enti di ricerca si dovesse valorizzare il servizio prestato nei concorsi pubblici.
Lo ribadiamo senza nessuna remora, qualsiasi atto che riguardi i lavoratori precari va valutato nell’ambito di un lotta complessiva contro la precarietà che ha un solo obbiettivo praticabile, la stabilizzazione!
Roma, 28 dicembre 2015 USB PI