Consiglio Nazionale delle Ricerche e Difesa: una sinergia per il sistema-Paese?
Un paese e un sistema che finanziano la ricerca pubblica per lo sviluppo dell'industria bellica non hanno futuro.
L’Ufficio Stampa del CNR il 21 gennaio scorso comunica che: “… Il Segretario generale della difesa e direttore nazionale degli armamenti, generale di corpo d’armata Enzo Stefanini e il Presidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche Luigi Nicolais, nella Sala della 'Vittoria alata' all’interno di Palazzo Esercito, alla presenza del sottosegretario di stato alla difesa, on. Gioacchino Alfano, hanno sottoscritto un Accordo quadro finalizzato alla collaborazione su temi di ricerca tecnologica d’interesse comune.
I due enti, CNR e Segretariato generale della difesa-direzione nazionale degli armamenti, attraverso un “comitato d’indirizzo” perseguiranno una sempre più efficace sinergia tra la ricerca scientifica di base del CNR e la ricerca applicata del segretariato generale della difesa.
Il Comitato elaborerà strategie condivise per agevolare l’accesso dei migliori gruppi di ricerca ai finanziamenti nazionali ed europei e si adopererà affinché i progetti di ricerca di comune interesse siano sempre più allineati allo stato dell’arte e ai più elevati standard della ricerca nazionale e internazionale. Tutto ciò, con ricadute importanti sulla competitività dell’industria nazionale, sul progresso scientifico e sullo sviluppo del Sistema-Paese …”
Un accordo di questo tipo favorirà sicuramente l’accesso alle risorse economiche nazionali e internazionali, determinando però un’incredibile svolta “militarista” nella funzione del più grande ente di ricerca italiano. I ricercatori italiani, impegnati quotidianamente nella spasmodica ricerca di risorse e finanziamenti per portare avanti le loro attività, d’ora in poi potranno attingere al “pozzo senza fondo” delle spese militari.
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USB P.I. Ricerca