Istat: Dopo la fiera delle vanità, qualche scomoda verità
Nonostante i toni quasi entusiastici di alcune OO.SS., che avrebbero ottenuto non è ben chiaro cosa, se non l'applicazione perdipiù parziale di alcune norme, il Piano di fabbisogno che è stato approvato il 13 dicembre scorso dal Consiglio è ampiamente insoddisfacente, come abbiamo sottolineato prima della sua adozione dinanzi allo stesso, insieme ai delegati di Clasp e Confintesa.
Deve ancora essere approvato dall'organo vigilante, il Dipartimento della Funzione Pubblica, ma non sarà un problema visto che dalla fiera della vanità, alias Convention, si è appreso che è stato concordato insieme a loro, calpestando ancora una volta l'autonomia dell'Istituto.
La manipolazione dei numeri sulle consistenze di personale nasconde che nei prossimi anni andranno in pensione almeno 300 colleghi nei livelli e ne entreranno di nuovi poco più di un centinaio, se si rispetteranno i tempi dichiarati.
Eppure questo Piano viene presentato alla plaudente folla come il massimo sforzo che si poteva fare, a risorse date, sul fronte del reclutamento. E questo è palesemente falso: per tutto il triennio 2020-2022 sono pianificate spese per assunzioni per un totale di circa 9,6 milioni di euro quando le risorse assunzionali disponibili superano i 23 milioni per il 2020, i 41 milioni per il 2021 e ben 54 milioni per il 2022.
Alleghiamo un documento in merito, per chi volesse approfondire e scoprire anche l'errore giuridico commesso sulle selezioni interne dell'art. 22.
Fatti e numeri. Il resto è propaganda di bassa lega, fumo negli occhi e gadget colorati a spese di Pantalone, alias il bilancio di un Ente Pubblico finanziato dai contribuenti.
USB Pubblico Impiego Istat