ENEA: Gli anni passano …
Gli anni passano, i Commissari pure, ma la burocrazia ENEA resta inossidabile e sempre tesa al medesimo obiettivo: ostacolare con tutti i mezzi il sereno svolgimento delle attività dei lavoratori ENEA, specie se ricercatori e/o tecnologi.
La figura del ricercatore deve essere particolarmente invisa al nostro management: non si spiega altrimenti l’accanimento con il quale si cerca di neutralizzarne l’azione rendendo sempre più difficile - e soprattutto oneroso - l’accesso ad una serie di strumenti fondamentali per l’esercizio ottimale della professione. Già un anno fa denunciammo una circolare commissariale che suggeriva di fare “ricorso alle moderne tecnologie di comunicazione a distanza” anziché partecipare a costosi meeting e workshop per procacciare nuovi progetti e seguirne lo sviluppo o ancora bacchettava l’intenzione del dipendente (specie ricercatore o tecnologo) di legare giorni di ferie alle trasferte per lavoro in nome della soppressione di un ipotetico “vacanzificio ENEA”.
L’ultima trovata del think tank ENEA riguarda i corsi di formazione. Ricordiamo che questi sono normati e finanziati dall’art. 61 del contratto EPR 1998-2001, tuttora in vigore. Questo consta di sette commi. Orbene, il nostro management ha bellamente ignorato i primi sei e ha ‘regolamentato’ la fruizione dei permessi per formazione solo su un’interpretazione fantasiosa quanto miope del settimo; avvalendosi persino di un parere, altrettanto miope, dell’ARAN. Il tutto è riportato - per chi non l’avesse ancora letta - nella circolare PER/65868, nella quale si afferma che la partecipazione ad un corso di formazione e aggiornamento è assimilabile – giuridicamente ed economicamente – ad un permesso non retribuito. E questo in barba a quanto scritto sul CCNL degli EPR, e alla prassi consolidata in qualunque Ente di Ricerca degno di questo nome.
Leggi tutto nel comunicato allegato!
USB P.I. Ricerca
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Vedi anche:
ricerca.usb.it/fileadmin/archivio/ricerca/lett_prot_naz2015-13.pdf