ENEA TRASFORMATA IN AGENZIA: l'OSCURANTISTA RENZI ATTACCA LA RICERCA PUBBLICA
La Ricerca in massa allo sciopero del 20 novembre 2015
LA GIOSTRA È PARTITA.
LA RICERCA PUBBLICA DEVE RISPONDERE CON FORZA ALL’ARROGANZA DEL GOVERNO!
Con un colpo di mano, Renzi ha messo in moto la giostra che punta a distruggere la Ricerca Pubblica.
Il primo giro è avvenuto il 28 Ottobre al Senato, con il via al processo di agenzializzazione dell’ENEA ratificato col solito, subdolo, metodo: un emendamento al collegato ambientale alla legge finanziaria!
Ci riferiamo, nello specifico, alla modifica dell’ articolo 37 della legge istitutiva dell’ENEA (L.99/2009) introdotta ieri dal Senato che, con chiari riferimenti alla delega contenuta della riforma Madia, anticipa il riordino del sistema nazionale della ricerca e, al comma 11, sancisce che i due controllori ministeriali, su proposta di ENEA, individuano il personale che verrà messo a disposizione ….ma per chi e per cosa?
Con quest’azione Renzi, in piena sintonia con Scajola, l’inconsapevole proprietario di immobili di prestigio, riporta l’ENEA sotto lo stretto regime dei ministeri: quello dello Sviluppo economico e dell’Ambiente, che se ne divideranno le spoglie, mentre il MIUR è fuori dai giochi. La commistione è emblematica: chi dovrebbe controllare le imprese e il loro impatto sull’ambiente si mescola con chi regala, da anni, reddito sperequativo agli imprenditori, una delle categorie più arretrate e più individualiste del nostro paese.
In quest’ottica di asservimento all’impresa di ciò che è (ancora) pubblico, è facile immaginare che il rafforzamento della posizione del Ministero dell’Ambiente nella vigilanza dell’ENEA, fino a ieri marginale, coinvolgerà anche l’ISPRA e probabilmente si estenderà al CNR (esiste già l’accordo CNR-MATTM). Del resto, lo stesso commissario ENEA, auspicava uno scambio di personale e competenze col CNR durante un incontro sindacale; scambio di personale che è già possibile tra ISPRA-CNR, a seguito di un recente accordo
Il gioco sporco di questo governo e di questa politica, in continuità con quanto è successo negli ultimi lustri, si sostanzia con provvedimenti “spot” che colpiscono pesantemente i singoli Enti di Ricerca, con il chiaro obiettivo finale di depotenziare, indebolire e affossare tutto il settore degli EPR.
Settore che, siamo consapevoli, ha urgente bisogno di un riordino organico, peraltro dichiarato ma mai attuato, che renda agli Enti l’autorevolezza e la capacità di essere al servizio della collettività.. Ma il progetto renziano è ormai chiaro e va in direzione opposta: gli EPR da serbatoio di altissime professionalità e risorsa per la collettività, devono cambiar pelle e porsi al servizio dei potentissimi mandanti renziani, gli imprenditori.
E quindi succede che l’INEA viene fuso con il CRA in un Ente (CREA) che subisce tagli, svende beni e competenze. Succede che l’ISPRA viene fatto morire di stenti. Succede che l’ISFOL si avvia a perdere 100 dipendenti, fagocitati dall’agenzia per il lavoro. Nel caso dell’ISFOL, oltre ai mandanti, sono chiari pure i sicari: quei sindacati che - svendendo le lotte di tutti i lavoratori - firmarono l’accordo propedeutico all’ingresso delle norme del jobs act. Succede che a fronte di regali all’impresa per comprarsi brevetti, specie esteri, vengano tagliati 50 milioni al CNR, INFN etcetc o un milione all’INDIRE.
Al danno dei provvedimenti inerenti al settore della Ricerca Pubblica si aggiunge la beffa della tanto sbandierata apertura di Renzi all’assunzione di 500 professori universitari. Assunzioni che saranno a chiamata diretta, a fronte del “NIET” al legittimo diritto alla stabilizzazione di migliaia di precari del settore.
Diciamo con forza a tutti coloro che ancora pensano di riconoscere un ruolo e una funzione nobile alle altre Organizzazioni Sindacali, che non è più tempo di passeggiate di sabato nell’attesa di capire se c’è qualche osso da rosicchiare con l’approvazione della legge di stabilità.
Non è più il tempo di sciopericchi, magari sotto Natale, a lavori parlamentari finiti.
Non è più tempo di letture approssimative delle norme e di accordi a perdere, fatti tanto per esercitare la cogestione.
È venuto il tempo di schierarsi, il tempo di scendere in campo in prima persona! Dietro queste riforme ci siamo noi, il nostro lavoro, le nostre identità ed i nostri ideali!
DIETRO IL GOVERNO RENZI, COL SUO DISPREGIO PER LA RICERCA PUBBLICA, C’È IL FASTIDIO E L’OSCURANTISMO, C’È LA VOGLIA DI TOGLIERE DI MEZZO CHI, CON CONOSCENZA E PASSIONE, DISTURBA IL MANOVRATORE.
Per questo dobbiamo passare ai fatti con le mobilitazioni in tutti i luoghi di lavoro e con lo sciopero del 20 novembre che cade proprio nei giorni della calendarizzazione della prima parte dell’iter di approvazione della legge di stabilità e del collegato ambientale.
La Ricerca non è stata solo offesa dai 5 euro mensili di aumento previsti per il Pubblico Impiego, ma anche e soprattutto è stata oltraggiata dalla volontà di svendere il nostro amore per la conoscenza al servizio dei cittadini!
Non abbiamo paura della lotta. Ci danno per vinti; dimostriamo che si sbagliano
USB P.I. Ricerca