INAF: MONTE MARIO O FORT KNOX?

Nazionale -

“Non disturbare il manovratore”. Questo deve essere il “mantra” che sta guidando i vertici dell’Istituto di Astrofisica, spalleggiato dalle delegazioni dei sindacati complici, nel comportamento tenuto ieri nei confronti della delegazione USB, convocata alle 11.30 per una riunione informativa e che sembra si stia esplicando in queste ore con la chiusura della lista “discussioni”.
L’amministrazione dapprima contestava la consistenza della delegazione (che comprendeva tre precari oltre il delegato nazionale ed il rappresentante eletto nelle RSU allo IAPS), poi esplicitamente dichiarava che il DG non avrebbe partecipato alla riunione in presenza del delegato RSU, a causa di un contenzioso in atto su argomenti che nulla avevano a che vedere, né come tema né come sede, con l’informativa che doveva essere svolta, riguardante il piano assunzionale e le stabilizzazioni da deliberare nel CdA di oggi. In aggiunta a ciò, la riunione con CGIl CISL UIL e GILDA si protraeva su bizantinismi che possiamo prevedere di nessun effetto per i precari, ma che gli stessi sindacati secretavano, ingiungendo al Presidente di non rivelarli ad USB!
Lasciamo al lettore, specie a chi nei giorni scorsi paventava il silenzio sui temi del personale a cui la FLC rispondeva negando il 'complottismo’, le considerazioni del caso su questi atteggiamenti delle nostre “controparti” per concentrarci sui contenuti del PTA in delibera e sulle considerazioni e rivendicazioni di USB e del personale precario coinvolto in prima persona. Infatti, grazie al senso di responsabilità nei loro confronti dimostrato dai delegati USB, che pur nelle condizioni di interrompere i rapporti, hanno fatto sì che l’incontro avesse luogo, con circa 4 ore di ritardo rispetto al previsto. Ci teniamo anche a ringraziare i lavoratori della vigilanza, a cui i vertici INAF hanno imposto un imbarazzante ruolo di “secondini” veramente fuori luogo.


Quello che è emerso dall’incontro, è che ben poco è cambiato dall’approccio alle stabilizzazioni che l’INAF aveva dichiarato ad aprile. I numeri sono insufficienti e la ripartizione di numeri e tempi di stabilizzazione sia rispetto ai diversi requisiti di legge dei precari sia rispetto alla territorialità è del tutto insoddisfacente in relazione ai bisogni dell’Ente.


In particolare, nonostante l’emissione del famigerato parere dell’avvocatura di stato sulla circolare 3/2017 FP, che va in senso positivo, totalmente prevedibile e previsto in maniera chiara dalla sola USB, rispetto all’estensione della platea degli stabilizzandi “comma 1”, i vertici INAF sono ancora restii a recepire questo allargamento e intendono -sembrerebbe di concerto con altre OOSS- inserire un “doppio canale” per la stabilizzazione di questo personale, aprendo la strada all’instaurarsi di contenziosi.


USB e i precari che con essa si organizzano hanno pertanto confermato lo stato di agitazione ed hanno redatto una lettera (allegata) che è stata inviata stamane al CdA dell’INAF in cui si evidenziano le criticità del Piano Triennale e si avanzano proposte e rivendicazioni tese a tutelare i diritti dei precari e difendere il processo di stabilizzazione da mire “eterodosse” rispetto alla volontà del legislatore.


PRENDENDO ATTO CHE, MENTRE NULLA SI TEME DAI SINDACATI COMPLICI, LA NOSTRA FAMA ORMAI CI PRECEDE COME LE MISURE DI SICUREZZA PER TENTARE DI FERMARCI,


USB prosegue nella propria attività di protesta, di denuncia e di sensibilizzazione ai diversi livelli interessati, in primo luogo in parlamento, dove proseguono gli incontri sia con le forze della maggioranza (M5S) che dell’opposizione (PD), di cui potete trovare resoconto sul sito ricerca.usb.it. Stabilizzazioni, carriere, contratto integrativo, ma anche governance degli enti di ricerca e ritorno al comparto EPR, “Liberi” da un comparto scuola che ci relega al ruolo della “particella di sodio” di un’acqua molto pubblicizzata.
PASSA DALLA TUA PARTE, PASSA CON USB, L'UNICO SINDACATO DELLA RICERCA!

Consiglieri,
a seguito delle comunicazioni ricevute riguardo il Piano Triennale di Assunzioni da parte del Presidente dell’INAF, questa O.S. rappresenta quanto segue:
Il processo di assunzione del personale precario censito in relazione ai requisiti di cui all’art. 20 del D.Lgs. 75/2017 risulta carente sotto diversi aspetti, che risulteranno fonte di contenzioso e relativa costituzione di danno erariale.


In particolare:


1. Le nostre analisi ci portano a considerare 400 assunzioni al 31 dicrembre 2020, considerando anche le cessazioni 2022. Ciò costituirebbe una chiara risposta a tutta la problematica del precariato.
L'approccio illustrato dal Presidente, basato su un presunto fabbisogno di ricercatori inferiore a 300 unità, disconosce la realtà e penalizza chi è stato selezionato da responsabili, specie per i 'noncomma'.
2. Il cofinanziamento richiesto dal DPCM 11 aprile 2018 di riparto delle attribuzioni vincolate alle stabilizzazioni dall’art.1, comma 668 della L. 205/2017, è stato limitato a poco più del minimo, mentre molte risorse sarebbero state appostate ai concorsi “aperti” a copertura della riserva di posti per i “comma 2” già nel 2018. Come chiarito nell’incontro fra Funzione Pubblica e questa O.S. il 22 febbraio u.s., non c’è un vincolo temporale di contestualità fra tali procedure. E questo è  confermato ampiamente da vari piani assunzionali di altri enti.
Un percorso credibile per il personale definito “non comma” si può creare solo assumendo i “comma 1 e 2” chiaramente determinate dalla legge.
3. Nonostante il parere ricevuto dall’Avvocatura di Stato, esplicitamente positivo sulla validità di legge di quanto enunciato dalle circolari FP riguardo al configurarsi del requisito di cui al comma 1 del citato articolo, è stato illustrato un piano che non include questa fattispecie fra coloro che potranno essere immessi in ruolo senza dover effettuare nuovamente un concorso pubblico. E sottolineiamo come questo personale messo a selezione con i 'comma2' determini ulteriori limiti a quello che dovrebbe essere una stabilizzazione. Al di là del percorso concordato con le altre OOSS, la modalità individuata determina solo guerra tra poveri.
4. La distribuzione territoriale delle destinazioni dei posti messi a concorso per i “comma 2” e, successivamente per quelli “aperti” non è chiara e sembra rispondere a logiche contrarie allo spirito della legge Madia. In particolare, sembrerebbero molto penalizzati da queste modalità alcuni istituti ed i loro ricercatori con una storia di precariato molto lunga alle spalle, sulla quale si sono fondati i notevoli risultati sia in campo scientifico che tecnologico di cui l’INAF si fa vanto.
Questa O.S. diffida pertanto codesto Consiglio dal deliberare un Piano Triennale di Assunzioni che non tenga conto di quanto sopra espresso, in particolare inserendo le seguenti proposte:
1. Prevedere un aumento delle risorse vincolate alle stabilizzazioni, anche a valere del prossimo sblocco della ripartizione del FOE che attualmente prevede oltre 6 Mln per l’ente, che ci risulta da autorevoli ambienti parlamentari, saranno confermati.
2. Posporre, o quantomeno ridurre, i concorsi “aperti” nel 2018, prevedendo prima la chiusura delle assunzioni dei precari con requisiti di cui al comma 1 (esteso da quanto specificato nella citata circolare), anche nel corso dei primi mesi del 2019, onde evitare sicuri conflitti sulle priorità di stabilizzazione
3. Attuare nel quadriennio e non nel singolo anno la distribuzione triennale permettendo a tutto il personale precario il corretto inquadramento ed la giusta assegnazione.

USB PI, infine stigmatizza le modalità con le quali una riunione pubblica come una convocazione sindacale è stata 'secretata' su richiesta delle OOSS collaborazione (usiamo un termine introdotto da un ministro dell' Stato). Rimaniamo convinti che il sindacato dovrebbe essere strumento dei lavoratori e non delle dirigenza sindacali e delle controparti.


Inviando cordiali saluti preannunciamo che la lotta per cambiare un piano assunzionale profondamente sbagliato che porterà alla perdita di circa 100 professionalità Inaf non è finita e continuerà anche nelle sedi parlamentari.

Claudio Argentini per USB PI