Inapp, vittoria di lavoratrici e lavoratori nella vertenza decennale sul precariato

Roma -

Dopo un’estenuante battaglia contro la precarietà del personale dell’INAPP, con determina n. 547 del 21 novembre 2019 (vedi allegato) si sancisce la chiusura di una vertenza ormai decennale sul precariato di questo istituto: il 1° gennaio 2020 anche alle 42 unità di RIC/TEC viene riconosciuto il diritto sacrosanto di essere lavoratrici e lavoratori Inapp a tempo indeterminato. 

Come tante volte ribadito da USB, l’amministrazione ha finalmente accolto l’ipotesi di far firmare il contratto a TI prima della fine dell’anno, anche se con decorrenza a partire dalla data suindicata.

Questa vittoria, che è vittoria di tutto il personale, conclude un’era e può auspicabilmente aprirne un’altra, finalmente libera dal sofferto capitolo del precariato e da un’identità collettiva messa a dura prova dai vertici attuali. È da queste premesse che dovremmo ripartire per dare vita ad un nuovo Istituto, mobilitandoci tutt* a favore di una visione inclusiva, solidale, pront* a dare battaglia ad ogni forma di ingiustizia.

Resta invece aperta, in tutta la sua gravità, la questione della valutazione dei livelli IV e VIII (fondino) e della verifica dei RIC/TEC (IOS). Le rassicurazioni espresse da vertici - in scadenza di mandato – in merito agli esiti positivi non possono che suonare come una beffa.

Innanzitutto perché la decisione di procedere unilateralmente nella predisposizione dei contratti integrativi 2017/2018/2019, rappresenta un rischioso precedente che rende asimmetrico il potere negoziale a tutto svantaggio di chi rappresenta i lavoratori e le lavoratrici e lascia ai futuri vertici l’onere di proseguire una trattativa fortemente influenzata dalle scelte attuali.

Ma soprattutto perché, al di là di come è stato presentato, ci ritroviamo sottoposti a un sistema di valutazione delle performance individuali (e di verifica) che non è stato costruito attraverso un percorso metodologico condiviso con organizzazioni sindacali e RSU, ma affidato all’ampia discrezionalità dei rispettivi dirigenti, mettendo una seria ipoteca sul futuro dei nostri salari, già a partire dal 2020.

Ecco perché, fin da adesso, USB è impegnata ad avviare una nuova piattaforma rivendicativa che intende presentare già nei primi incontri con i nuovi vertici dell’Istituto, ai quali chiederemo di:

  • invertire completamente la rotta

  • recuperare un diverso rapporto tra vertici e lavoratori

  • tornare a investire su tutto il capitale umano dell’Inapp

  • adoperarsi per ridare un ruolo di ricerca esteso all’Istituto medesimo, prima di parlare di valutazione dei livelli IV-VIII e di verifica dei RIC/TEC

USB-Inapp