ISTAT: Basta con la gestione "chiacchiere e distintivo"
Sul piano di fabbisogno servono i fatti!
Con l’occupazione della Presidenza dell’Istituto nella giornata di oggi, l’iniziativa autonoma dei lavoratori precari ha aperto la mobilitazione contro il piano di fabbisogno redatto dai vertici dell’Istituto.
USB-Istat è stata al fianco dei lavoratori. Avevamo denunciato da subito le evidenti storture del piano di fabbisogno, e pensavamo che saremmo rimasti i soli a farlo. Siamo ben felici che la mobilitazione dei lavoratori abbia trascinato su posizioni contrarie al piano, sia pur indebolite dalla ricerca di equilibrismi impossibili, anche altre OO.SS inizialmente più caute.
Le mobilitazioni odierne ne hanno, di fatto, bloccato l’iter: i vertici dell’istituto si sono impegnati a non presentare il piano domani al comitato di Presidenza. Verificheremo da lunedì, in occasione degli incontri preannunciati da parte del presidente Golini e del direttore generale ad interim Weber, se siamo di fronte ad una reale apertura o piuttosto dinanzi all’ennesima ammuina.
Con la giornata di oggi si è aperta una campagna la cui richiesta è di una semplicità sbaragliante: il piano di fabbisogno dell’Ente, documento “politico” fondamentale perché detta la strategia di gestione di tutto il personale nel medio periodo, deve assumere come priorità assoluta la questione precaria nella sua situazione di emergenza. Non deve essere messo nemmeno un euro in meno di quanto reso possibile dalla legge 125/2013 per finanziare le procedure riservate ai precari con i requisiti di anzianità richiesti. E priorità assoluta deve esserla anche rispetto alle procedure concorsuali in essere. Così come, infine, su una risoluzione pratica, veloce ed efficace della questione delle proroghe dei contratti di tutto il personale a tempo determinato, senza distinzioni di sorta rispetto al momento di ingresso.
E questo non deve che essere l’inizio di un serio ripensamento delle politiche per il personale nella loro totalità. Questo è l’obiettivo che come USB-Istat ci siamo dati sin dall’inizio della nostra recente costituzione.
Nessuna delle aspirazioni di incrementi retributivi e di carriera trova uno spazio minimamente sufficiente nel piano di fabbisogno redatto. Le stesse procedure concorsuali in essere, con i loro numeri miserabili e con la fiacca con cui lavorano le commissioni – su una delle quali pende anche una nostra diffida per evidenti irregolarità nella composizione- sono una foglia di fico inadeguata che non riesce a nascondere la noncuranza e l’ignavia della dirigenza dell’Ente rispetto ai reali problemi di fabbisogno del personale.
Ed è la dirigenza tutta, dai capi servizio in su, che deve essere chiamata a assumersi la piena responsabilità della scelta di continuare a richiedere personale precario, compresi ora anche gli assegnisti di ricerca, alimentando la domanda di precarietà. Il comitato di Presidenza che si riunirà domani dovrà aprire una riflessione critica sulle modalità di gestione del personale fin qui seguite.
E’ necessaria la partecipazione di ciascuno di noi alle mobilitazioni dei prossimi giorni, ed è necessario schierarsi.
Usb-PI Istat c’è!