ISTAT: Change Management e la nebulosa informatica

Roma -

Lo scorso 17 dicembre il direttore Dcit Francesco Castanò, con nomina fresca di meno di un mese, ha comunicato a tutto il personale della direzione la necessità di compilare un questionario di autovalutazione delle competenze. Nell’avviso si fa riferimento ad un noto progetto denominato Change Management i cui obiettivi sarebbero quelli di allineare la gestione delle attività informatiche dell'Istat alle best practices internazionali. La comunicazione ha lasciato molti dei riceventi tra il perplesso e lo sbigottito.

Il progetto Change Management è tutt’altro che noto. Non è MAI stato presentato ufficialmente al personale e non vi è traccia di documentazione neanche sul sito intranet dell'Istituto. Piuttosto difficile è stato, di conseguenza, contestualizzare e comprendere tale richiesta. Si tratta, tra l'altro, di un questionario poco comprensibile nella sua espressione e strutturazione.

Cos'è quindi questo progetto fantasma? Tornando indietro di un paio di anni, brevi cenni al Change Management si possono scovare tra i documenti dell'ultimo Audit dell'Informatica: poche righe sulla riorganizzazione della progettazione informatica e dei suoi processi. Il progetto evidentemente prosegue, malgrado il ricambio dei vertici Istat: quale mano invisibile segue questa faccenda? E' la mannaia dell'ex presidente Giovannini, grande sponsor di I.stat, che sulla funzione informatica dell'Istat commentava "bravi artigiani ma mancano le teste"? Quali obiettivi si vogliono raggiungere e con quali conseguenze per i lavoratori e tutta la struttura informatica Istat non è dato sapere.   

Giovedì 23 gennaio una delegazione di USB-PI Istat ha incontrato il direttore Dcit e il Direttore Generale pro-tempore. Malgrado una serie di domande precise su questioni tecniche e di indirizzo si sono ottenute risposte vaghe. Né tanto meno si è entrati in possesso di una documentazione minima sul progetto. Riteniamo inaccettabile tutto ciò: il comportamento che sta tenendo l'Amministrazione nei confronti di sindacati e lavoratori è fortemente irrispettoso. La poca trasparenza nella gestione di questo progetto non fa presagire nulla di buono.

A differenza dei contenuti, i costi del progetto si conoscono bene: la società Deloitte S.p.A. si è aggiudicata l'allettante gara internazionale per i servizi di supporto alle attività di Change Management per circa 300mila Euro (Iva esclusa). Andrebbero aggiunti quelli relativi a ulteriori e misteriose consulenze informatiche tra le stanze della sede centrale di via Balbo.

I lavoratori meritano chiarezza: vogliono essere coinvolti e partecipare attivamente a questo progetto di cambiamento essendo i primi che, da tempo, richiedono un forte rilancio dell'informatica in Istituto, partendo da investimenti rilevanti e qualificanti per l'innovazione e la formazione, quest'ultima da anni vergognosamente carente.

Usb-PI Istat sostiene pienamente il movimento autorganizzato dei lavoratori che si sta creando in questi giorni nella direzione Dcit e ribadisce la richiesta di trasparenza: l’Amministrazione dica esplicitamente che non sta programmando la svendita della funzione informatica tramite esternalizzazioni e fornisca i documenti necessari alla comprensione di questo progetto di riassetto. Dia segni tangibili e non equivocabili sul fatto che intende al contrario rilanciare l'attività informatica Istat, storicamente caratterizzata da figure professionali di alto livello per competenze e capacità professionali.

USB – PI ISTAT