Istat: Dalla legge di bilancio un colpo di mano contro la Ricerca Pubblica. La lettera ai vertici e le proposte emendative di USB
Inoltriamo il comunicato di USB Pubblico Impiego sul Ddl Bilancio presentato al Parlamento.
Di seguito la lettera inviata ai vertici Istat, per presentare le proposte di emendamento al testo, per un rilancio effettivo della Ricerca Pubblica.
Dalla legge di bilancio un colpo di mano contro la Ricerca Pubblica
La legge di bilancio attualmente in discussione al Senato presenta due articoli che di fatto affossano definitivamente la Ricerca Pubblica. Da un lato, con l’art.29 riducendo la capacità assunzionale degli enti; dall’altro con l’art. 28 istituendo l’Agenzia Nazionale della Ricerca che gestirà i finanziamenti e i programmi di ricerca sia degli istituti pubblici che di quelli privati.
L’art. 29, già diventato famigerato tra i lavoratori precari, rischia di essere la pietra tombale sulla strada della stabilizzazione dei precari della Ricerca che stanno portando avanti un duro scontro con le direzioni dei propri enti, che alla stabilizzazione prediligono l’assunzione baronal-clientelare, mascherata da meritocrazia. Rappresenta inoltre un enorme ostacolo per lo sviluppo degli EPR, sia per le carriere del personale già di ruolo sia per le nuove assunzioni. Siamo chiaramente di fronte ad un intervento di quell’apparato burocratico al servizio della UE che ha sempre mal digerito la pur scarsa flessibilità di cui hanno goduto gli Enti di Ricerca, con il sostegno dei vertici di quegli enti che questa flessibilità hanno deciso di non utilizzarla. L’ennesima dimostrazione che il settore pubblico in questa UE non ha futuro, specie se al servizio della collettività e non del profitto.
L’agenzializzazione della ricerca, che incombeva da anni sul destino degli EPR, trova oggi realizzazione nell’art. 28 che attraverso questa nuova agenzia, denominata ANR, infiltra subdolamente il finanziamento alla ricerca privata nel sistema pubblico; compiendo, al contempo, un grande passo verso la privatizzazione del sistema di Ricerca Pubblica e della sua governance. I Ministeri vigilanti vengono di fatto esautorati delle proprie funzioni.
Riteniamo che il combinato disposto di questi due articoli, insieme al Patto per la Ricerca**, rappresenti un vero e proprio colpo di mano con lo scopo di consegnare definitivamente il sistema della Ricerca all’impresa privata e aziendalizzarla, scippando quello che abbiamo sempre ritenuto debba essere un patrimonio del Paese, inteso come cittadinanza, come committenza sociale.
La Ricerca che serve realmente è quella che ha come scopo il miglioramento della qualità della vita e non quella che ha come unico obbiettivo il profitto; quella che può svolgere un ruolo importante nell’emergenza climatica e nella difesa dell’ambiente e non quella che considera il pianeta solo un luogo da sfruttare; quella che tutela la salute dei cittadini e non quella che sulla salute vuole lucrare.
Noi vogliamo questa ricerca al servizio della collettività. Una Ricerca Pubblica, ben ‘governata’, deprecarizzata, finanziata, regolata da un comparto contrattuale che attragga i giovani e non li faccia fuggire, che valorizzi i lavoratori del settore invece di marginalizzarli e mortificarli. Questo stiamo proponendo al Parlamento. Per questo intendiamo lottare.
Lunedì 11 e martedì 12 novembre dalle ore 10,30
PRESIDIO DAVANTI AL CNR
Mercoledì 13 novembre ore 10,30
MANIFESTAZIONE A MONTECITORIO
PER UNA RICERCA PUBBLICA E INDIPENDENTE
PER LA STABILIZZAZIONE DI TUTTI I PRECARI
USB Pubblico Impiego
Via dell’Aeroporto 129 – 00175 Roma – Tel. 06/762821-fax. 06/7628233
sito web: www.pubblicoimpiego.usb.it – email: pubblicoimpiego@usb.it
Patto per la Ricerca*: https://www.miur.gov.it/web/guest/-/il-ministro-fioramonti-presenta-il-patto-per-la-ricerca-
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Egregi Presidente, Direttore Generale e Capo Dipartimento,
come USB Pubblico Impiego siamo molto critici rispetto alla proposta di Legge di Bilancio con specifico riferimento agli Enti Pubblici di Ricerca. Non è più unicamente la mancanza di risorse minimamente decenti per i rinnovi dei contratti pubblici a costituire un grosso problema. Nell'articolato ci sono, difatti, due articoli specifici che mutano drasticamente il quadro: destano sconcerto gli articoli 28 e 29 della proposta attualmente in esame al Senato. Anziché migliorarla, il Governo affossa pesantemente la Ricerca Pubblica: con l'art. 29, che riduce le capacità assunzionali e le prospettive di carriera del personale degli EPR, e con l’art. 28, che istituisce una Agenzia Nazionale della Ricerca che gestirà i finanziamenti e i programmi di ricerca sia degli enti pubblici sia di quelli privati e segnerà un passo decisivo verso l'ulteriore aziendalizzazione degli EPR.
Si potrebbe obiettare che nessuno dei due aspetti possa essere considerato cogente per un ente con le caratteristiche proprie dell'Istat. In questa eventualità, risponderemmo che siamo di tutt'altro avviso. Dall'entrata in vigore del DLgs 218/2016, che oggi il Governo si propone di modificare in senso restrittivo, l'Istat non ha programmato alcun investimento adeguato sulle carriere del personale in servizio né pianificato uno sviluppo delle risorse umane all'altezza delle sfide che l'Istituto affronta e affronterà nel breve e medio termine. E l'azione amministrativa ha sinora proceduto nella medesima direzione. E' dunque fondato il timore che l'Istituto perseveri su queste linee guida, incurante del malessere lavorativo che alimentano.
Se il tema è, invece, quello della riduzione in agenzia e dell'aziendalizzazione delle attività del nostro Istituto, va ricordato che le precedenti gestioni hanno già interpretato alacremente il ruolo dei precursori: dal riordino del D.P.R. 166/2010, fortemente voluto dalla presidenza Giovannini e che tuttora disegna la struttura di governance dell'Istat, alle successive riorganizzazioni. E ci pare di potere aggiungere che con quella di più recente varo non si sia voluto cambiare registro.
Come abbiamo più volte sostenuto, continuiamo più che mai a credere che occorra un drastico cambio di direzione e di passo. All'interno, negli obiettivi dell'azione amministrativa dell'Istat e nella efficacia con cui si intende perseguirli, anche dinanzi agli organi esterni deputati al controllo e alla vigilanza. Ancor più in generale, con la creazione delle condizioni effettive per il rilancio della Ricerca Pubblica e con la predisposizione di un quadro normativo atto a conseguirlo.
Nel documento allegato USB Pubblico Impiego propone una soluzione organica e di prospettiva per il settore; rimane fuori il tema del precariato che abbiamo scelto di trattare con un apposito approfondimento. Siamo convinti che ci sia bisogno di alcuni strumenti fondamentali per questo rilancio in termini di valorizzazione del personale, di risorse per il finanziamento e della ricaduta delle attività di ricerca sul sistema Paese, con particolare riguardo alla sua committenza sociale. Più in dettaglio, il documento individua nei seguenti punti le basi normative imprescindibili:
1) il ripristino di un comparto specifico per la Ricerca;
2) la costituzione di una cabina di regia dedicata agli EPR, di cui vengono dettagliate struttura e funzioni, per una governance omogenea, funzionale ed efficace;
3) la (ri)definizione del finanziamento e dell'ordinamento degli EPR; nuove regole per la dirigenza amministrativa e norme che garantiscano la protezione della proprietà intellettuale.
Il presente allegato è stato inviato ai componenti delle commissioni parlamentari competenti. Ma è solo il punto di inizio. Per ottenere nell'immediato la radicale modifica degli articoli già citati e dare una prospettiva di vero sviluppo agli EPR e ai lavoratori del settore, i prossimi 11 e 12 Novembre saremo in presidio davanti alla sede centrale del CNR; il 13 novembre manifesteremo in Piazza Montecitorio.
Confidiamo di potere discutere di queste proposte in un apposito incontro, ove foste interessati.
In attesa di un riscontro su questo come su precedenti sollecitazioni porgiamo i nostri distinti saluti.
USB Pubblico Impiego Istat