Istat: un Piano di fabbisogno inadeguato, che va nel verso sbagliato
Il Piano triennale di fabbisogno del personale 2018-2020 presentato alle OO.SS trattanti lo scorso 24 aprile non solo è incoerente con le stesse disposizioni del PTF 2017-2019, ma è assolutamente inadeguato.
Innanzitutto il PTF 2018-2020 presenta un prospetto con le assunzioni effettuate nel 2017, ma non fornisce alcun rendiconto contabile, aggiornato con il costo medio del personale: un atto dovuto e fondamentale per verificare le risorse utilizzate.
Il vincolo alle assunzioni è dato dal rispetto del rapporto tra entrate medie del triennio precedente e spese del personale: non si deve superare l’80%.
Come si rileva dalla Tavola 29 del PTF 2018-2020, il margine di spesa è incredibilmente ampio ma le risorse messe a disposizione sono estremamente esigue:
- nel 2018 spesa prevista di 4,5 milioni di euro, con un margine di 35,5 milioni di euro;
- nel 2019 spesa prevista di 1,2 milioni di euro, con un margine di 30,4 milioni di euro;
- nel 2020 spesa prevista di 1,8 milioni di euro, con un margine di 47,5 milioni di euro.
Nel 2018 i posti da bandire per il III livello salgono da 24 a 30 (secondo il Piano dell’anno scorso, dovevano già essere stati banditi nel 2017!), quelli al II passano da 6 a 8, quelli al I rimangono 10; tutti con riserva del 50% per il personale interno. Negli anni 2019-2020 è previsto un numero irrisorio di concorsi.
Vista la ingente mole di risorse finanziarie a disposizione, la numerosità del personale sotto-inquadrato e il reale fabbisogno lavorativo, l'ampliamento da 24 a 30 posti da III livello è un palliativo insufficiente: ne vanno previsti almeno il triplo senza ulteriori rimandi a data da destinarsi.
11 posti per il II livello in tutto il triennio 2018-2020 sono risibili per la valorizzazione della professionalità della platea di ricercatori/tecnologi, con un'anzianità di servizio che in molti casi supera i 14 anni.
Né sarà il recente accordo sugli anticipi di fascia a risolvere alcunché: sono stati resi disponibili solamente 57 mila euro, mentre si sono perse le tracce degli stanziamenti per tutti gli anni in cui le procedure non sono state indette (630 mila euro).
I posti previsti per I e II livello possono essere sostenibili solo se si prevede in contemporanea di avviare le procedure interne di passaggio al livello superiore; l’art. 15 è un istituto contrattuale che va utilizzato!
E’ da apprezzare che venga previsto lo scorrimento integrale delle residue graduatorie di III livello del 2004, ma permane l’ostracismo verso quelle più recenti, di IV e I livello. L’amministrazione ha confermato di non volere attingere da queste graduatorie, con due motivazioni diverse ma ugualmente inappropriate.
Per gli idonei di IV livello l’Amministrazione afferma di “preferire l’accesso di personale dal livello base di ciascun profilo, la cui crescita deve avvenire tramite processi di valorizzazione, e che tale posizione apicale è stata interessata dalle procedure selettive per il passaggio di livello ex art. 54, con risorse specifiche e vincolate per oltre 500.000 euro.”
Occorre sottolineare che l'esigua consistenza di tali risorse ha consentito solamente al 48% degli aventi diritto di accedere al livello superiore (la spesa citata è relativa a tutti i passaggi di livello, non unicamente a quelli verso le posizioni apicali). Inoltre, questi idonei hanno partecipato a un concorso nazionale bandito dall'Istituto, e il loro scorrimento inciderebbe sulle risorse finanziarie del bilancio dell'ente, aumentando le risorse del fondo accessorio.
Sebbene non fosse stato programmato nel PTF 2017-2019, i vertici e il Consiglio dell'Istituto hanno dato corso allo scorrimento dell’unico idoneo presente nella graduatoria del 2012 del concorso pubblico per Dirigenti di II fascia: ennesima prova di quali siano le urgenze da affrontare, secondo chi occupa i piani alti.
E’ necessario scorrere subito gli idonei di VI livello Cter, che invece saranno riassorbiti lentamente fino al 2020 (solo 8 nel 2018). Il mancato scorrimento di questa graduatoria genera anche dubbi sotto il profilo della legittimità. Eppure lo stesso PTF 2018-2020 a pag. 7 evidenzia che “analizzando la diminuzione complessiva del personale nel quinquennio 2014-2018, emerge innanzitutto che il trend ha riguardato principalmente il personale del profilo CTER, diminuito di oltre 160 unità.”
Considerando anche la consistenza dei futuri pensionamenti appare necessario prevedere l'indizione di un nuovo bando per un numero consistente di posti da VI livello Cter e ragionare anche su un possibile nuovo concorso da IV.
Non si comprende, infine, la ragione in base alla quale nel 2018 sarà preso dall'esterno personale in comando per figure professionali tipiche dell’Istat, per una spesa di 276 mila euro.
Un piano calato dall’alto, che non risponde alle reali esigenze delle carriere del personale Istat. L’Amministrazione, invece di utilizzare le cospicue risorse già disponibili per riconoscere la professionalità dei lavoratori e investire nella sua valorizzazione, le accantona per incrementare il suo già ingente avanzo di bilancio.
Come non bastasse, ad una programmazione dei fabbisogni gravemente lacunosa e negligente, il PTF 2018-2020 aggiunge lo scippo delle risorse del Conto terzi e la loro destinazione ad una nuova infornata di personale precario nelle attività statistiche e informatiche: il Piano di fabbisogno ratifica il ricorso al lavoro somministrato.
“L’incremento della domanda di produzione statistica, fa emergere la necessità di acquisire risorse professionali in alcuni ambiti produttivi, in particolare fra i progetti di ricerca a finanziamento esterno e le attività collegate alle numerose convenzioni stipulate dall’Istat con Enti esterni.”
Affermazioni che si coniugano con le comunicazioni fornite negli ultimi incontri con i Capi Dipartimento sullo stato di attuazione della modernizzazione e il ricorso al lavoro somministrato attraverso bandi della Consip, finanziato tramite le entrate proprie dell'Istituto derivanti da progetti e convenzioni esterne.
Si coniugano, altresì, con il regolamento Conto terzi approvato dal Consiglio dell'Istituto il 23 aprile 2018, senza alcuna informativa preventiva alle OO.SS. e con estremo ritardo rispetto alla bozza originaria del febbraio 2016. Tale regolamento prevede l'acquisizione dei proventi netti a favore del personale solamente per progetti e convenzioni stipulate successivamente a tale data. In tal modo queste risorse, invece di remunerare il personale dell'Istituto, andranno a coprire le spese per il lavoro somministrato dall'esterno. Peraltro, continua ad essere disatteso il verbale di intesa sottoscritto il 22 dicembre 2015 dopo l’occupazione della Direzione Generale.
Non abbiamo bisogno di questo. Abbiamo bisogno di qualcosa di molto diverso. Abbiamo bisogno di molto di più. Abbiamo bisogno di molto meglio.
USB Pubblico Impiego Istat