ISTAT: Un Presidente vale (l'altro)
La nomina di Giorgio Alleva alla presidenza dell’Istituto Nazionale di Statistica non desta sorprese o particolari ansie in chi è abituato ad analisi che vanno al di là della mera apparenza e del contingente. Che quella poltrona sia occupata da un tecnocrate espressione degli organismi sovranazionali o da un semplice “barone” universitario scelto in virtù di una mediazione politica esplicita (evidente, oltre che dai voto nelle commissioni parlamentari, anche dalla nomina del direttore del personale; il resto temiamo che sarà reso esplicito da quelle che verranno), cambia relativamente poco per i lavoratori di questo Istituto.
Entrambe le “maschere sociali” sono espressioni di un potere che, con il governo Renzi, tende ad una strategia di diffusa normalizzazione di ogni settore della società italiana. L’obiettivo di costoro resta quello di eliminare ogni potenziale conflitto, nel nostro Istituto e in ogni altro luogo di lavoro, con l’ausilio necessario dei sindacati complici.
USB-PI Istat valuterà questo Presidente su questioni concrete, e non perché il suo impact factor è modesto, come sostengono astiosamente altri baroni accademici auto-proclamatisi di “serie A”.
Tantomeno ci faremo arruolare in una difesa corporativa dell’Istituto, di chi grida alla minaccia all’indipendenza dell’Istat per difendere unicamente il suo diritto a partecipare alle spartizioni e ai ruoli di potere che ogni nuova fase di governo offre.
Noi giudicheremo questo Presidente, e l’amministrazione che guiderà, dalle sue decisioni sulle questioni chiave che coinvolgono i lavoratori dell’Istat.
- Si deciderà di costruire un percorso vero per la stabilizzazione dei 400 lavoratori precari, a partire dai concorsi di III livello oggetto di una straordinaria campagna di raccolta firme per la loro ri-banditura?
- Si deciderà di bloccare la deriva verso nuove forme di precarietà archiviando lo strumento degli assegni di ricerca, specie oggi che la SAES (usata per giustificarne l’introduzione) scompare dopo breve esistenza?
- Si deciderà di assegnare risorse per le progressioni di salario e carriera del personale CTER, ignorato, quando non disprezzato, nell’era Giovannini?
- Si deciderà di invertire i processi di esternalizzazione di funzioni strategiche, a partire dall’informatica, dal censimento continuo e dalle indagini sulle famiglie?
- Si darà un segnale di equità, con il taglio delle strutture dirigenziali e del fondo sul salario accessorio dei dirigenti amministrativi?
- Si metterà mano seriamente al nodo dell’organizzazione del lavoro e della struttura semi-feudale che caratterizza larga parte dell’Istat?
Su questo ci misureremo con questo Presidente, senza firmare assegni in bianco e senza fare passi indietro.
USB-PI Istat