LA RICERCA PUBBLICA SCENDE IN PIAZZA CONTRO L'OSCURANTISMO DI RENZI E MADIA

Roma -

Molti provvedimenti stanno interessando in negativo gli Enti Pubblici di Ricerca, provvedimenti ad hoc, commi inseriti in più grandi disegni di legge, riordini messi in campo dai singoli ministeri vigilanti, etc.

In realtà il Governo Renzi sta realizzando una riforma “di fatto” degli Enti in maniera frammentata e poco visibile, per questo ancora più pericolosa. Nel Jobs Act c’è la realizzazione del sogno Sacconiano di trasformare l’ISFOL in agenzia; nella legge di stabilità c’è l’accorpamento dell’INEA al CRA con annesso ridimensionamento e il taglio di 42 milioni di euro del fondo per gli enti vigilati dal MIUR; l’ISS è commissariato e sotto riordino e senza un aumento del bilancio ordinario rischia di perdere competenze e lavoratori; l’ENEA è ormai giunta al decimo anno di commissariamento negli ultimi 14; circa trecento precari ISTAT sono a rischio di licenziamento perché non si sa se il “censimento continuo sarà finanziato, e potremmo continuare ancora a lungo.

In sostanza gli enti cosiddetti strumentali (quelli non vigilati dal MIUR) vengono trasformati in agenzie e ridimensionati in termini di funzioni e competenze, mentre agli enti vigilati dal MIUR (CNR, INFN, etc) vengono tagliati i fondi ordinari in modo da consegnarli nelle mani delle aziende private.

Giudichiamo questa politica profondamente sbagliata già nei presupposti e ancor di più nella sua attuazione. Il settore pubblico e con esso la Ricerca Pubblica è un patrimonio del Paese e non è nella disponibilità di nessun governo smantellarlo o ridurlo allo stremo per consegnarlo nelle mani dei privati, tantomeno è nella disponibilità di un’Europa che ormai ha mostrato il proprio vero volto antidemocratico e antipopolare.

Ricordiamo ancora le crociate del PD e della FLC CGIL, con in testa il Ministro Madia, contro i provvedimenti di soppressione e accorpamento di molti enti realizzati dal Governo Berlusconi nel 2010. Oggi Renzi e Madia giocano la parte dei carnefici intenti a smantellare pezzo per pezzo il settore pubblico, compresa quella Ricerca che tanta visibilità ha regalato all’attuale Ministro della Funzione Pubblica quando compariva al fianco dei precari, a partire dal tetto dell’ISPRA. CGIL CISL e UIL vanno avanti a suon di annunci di lotte e di scioperi, che rimangono, per l’appunto, annunci.

L’intero sistema degli Enti Pubblici di Ricerca è oggi sull’orlo del collasso non a causa della crisi, ma delle scelte politiche che sono state fatte per affrontarla. Il ridimensionamento, quando non lo smantellamento, del sistema degli EPR risponde non ad un’esigenza oggettiva, ma ad una precisa scelta politica dettata dall’Europa ed eseguita dal Governo Renzi. Una scelta con la quale questo Governo sta consapevolmente portando migliaia di precari della ricerca verso il licenziamento di massa e sta sottraendo al Paese un patrimonio di professionalità e competenze da anni al servizio dei cittadini, dell’interesse generale.

Basterebbe un minimo investimento per realizzare un vero rilancio del sistema Ricerca Pubblica con una riforma che affronti i temi della Governance, del precariato, dei finanziamenti, etc., ma semplicemente Renzi e la Madia non lo vogliono fare!

Buttiamo camici, provette e computer,

prendiamo padelle, pentole e posate e

“suoniamole” al ministro ammazza-precari

VENERDÌ 14 NOVEMBRE IN OCCASIONE DELLO SCIOPERO SOCIALE

MANIFESTAZIONE CACEROLAZO

ore 10,00 DAVANTI ALLA FUNZIONE PUBBLICA

La giornata prevede assemblea fuori sede dalle 9 alle 13 e sciopero fino a fine turno