Precari CNR: basta omertà! Si va verso 3000 licenziamenti e poche assunzioni
Ci sono fatti, precisi e circostanziati. Vediamoli per punti.
a. Al CNR il problema urgente è la scadenza per legge degli ADR e dei TD PNRR e il precariato senza fine di tanti altri. In altri enti sotto la spinta di USB, prima col 12bis poi con la rinnovata Madia fatta approvare dall’Unione Sindacale di Base, i colleghi precari (ad esempio in INAF) sono stati già posti in stabilizzazione e vengono rinnovati. Il CNR invece, con il sostegno di CGIL CISL e UIL, parla di concorsi.
b. Nel frattempo, invece di affrontare concretamente la crescente diffusione del precariato, attraverso i bandi PNRR si è contribuito ad alimentare ulteriormente l'espansione di questa forma di lavoro altamente redditizia per l'Ente, ma impoverente per chi il precariato senza prospettive lo subisce.
c. Il 18 settembre il flash mob di USB ha chiesto con chiarezza l’apertura delle procedure di stabilizzazione e la proroga per tutti i contratti fino al 31 dicembre 2026.
d. Il DDL Bernini. Ora non è il problema, ma lo sarà, e grande, per i precari di domani. Il CNR non solo è rimasto inerte e silente, ma ha attivamente partecipato alla preparazione del DDL Bernini (si veda audizione al senato, intervento Sen. Verducci e quello del CNR link). Ad esempio, il DDL va sostituendo l’ADR con un contratto ‘non contratto’: il contratto di ricerca, che omertà e mal informazione spacciano per positivo ma che in realtà non lo è (vedi allegato 1).
e. La stessa ARAN riconosce che esiste una norma di stabilizzazione, ma la nega per il nuovo Contratto di Ricerca, complice il silenzio degli altri sindacati. Anzi, la FLC, invece di blindare i contratti con il comma 8 della Madia, aiuta gli enti a ‘cancellare’ la stabilizzazione (si vedano gli emendamenti presentati alla legge di bilancio inviati, e per fortuna nemmeno presentati dalle forze politiche).
In conclusione, non è solo il governo a non volerci mettere i soldi, per porre rimedio al precariato esploso in modo incontrollato negli ultimi 4 anni. Il CNR ha fatto la sua parte: non ha voluto stabilizzare, non ha chiesto nulla per poterlo fare: i vertici lo hanno detto negli ultimi anni ripetutamente, che la stabilizzazione non è la via. La via sarebbe quella dei meritocratici concorsi. Che però non si vedono e non si programmano. Riparte invece la pratica meritocraticissima delle chiamate dirette. L’intervento della Carrozza nell’assemblea del 28 Novembre in centrale a ROMA è in perfetta continuità con quanto dichiarato in audizione dai rappresentanti CNR: pochi concorsi e il resto dei precari a casa con una pacca sulla spalla. Il disegno generale è il ricambio del precariato: "via i vecchi e avanti i nuovi!", come si evince con chiarezza nel documento prodotto dall'ufficio legislativo che accompagna il DDL Bernini. Leggerlo chiarisce anche che tutti gli attori in campo sono perfettamente consapevoli di quello che sta accadendo. (vedi allegato 2)
Il quadro era già chiaro ma ora ci sono le prove documentali. E allora dobbiamo cominciare ad alzare il livello di scontro anche DENTRO il CNR. Chi ha negato diritti ai sotto-inquadrati, chi ha negato carriere a migliaia di amministrativi, tecnici, tecnologi e ricercatori, coerentemente adesso accompagna all’uscita il personale più debole.
Quanti crederanno alla favola di "efficacia ed eccellenza" quando sotto questa presidenza e questa direzione generale abbiamo visto solo aumentare i carichi di lavoro per tutti? Abbiamo visto anche incrementare il precariato senza migliorare l’organizzazione e le modalità di lavoro al CNR? Crediamo pochi, veramente pochi.
Cosa chiediamo?
· proroga dei contratti AdR e TD in scadenza
· urgente ricognizione del numero dei lavoratori Precari in possesso dei requisiti Madia (DL 75/2017)
· avvio della stabilizzazione di Comma 1 e Comma 2 secondo il DL 75/2017, valorizzando l'esperienza lavorativa interna al CNR
Quello che serve è evidenziare il danno per la stabilità economica dell'Ente, come loro minano la nostra, cacciandoci o impedendoci la carriera. E per farlo occorre puntare sul danno erariale e la minaccia di migliaia di ricorsi per la reiterazione di TD e assegni (per un totale di circa 1,5 miliardi di euro): è un argomento che ha già funzionato per le precedenti stabilizzazioni.
I diritti si proteggono su piattaforme precise. Le iniziative cambiano e si adeguano al momento, le piattaforme restano e, almeno per USB, stipulano l’accordo di lotta. Per questo invitiamo tutti i precari ad aderire ai semplici punti che costituiscono la nostra piattaforma contattandoci per organizzare le azioni di lotta.
Il piatto di lenticchie che la Carrozza promette (ormai da troppi anni) salverà al massimo il 10% dei precari: non è un risultato dignitoso, nemmeno per i gruppi di ricerca che si vedranno a breve assai ridimensionati.
Iniziamo dalla prossima settimana a raccogliere le istanze di stabilizzazione per pretendere continuità contrattuale e stabilizzazioni PER TUTTI NEL PROSSIMO TRIENNIO.
Il 12 dicembre accoglieremo la Carrozza a Pisa portando queste istanze.
Il 13 dicembre aspetteremo il corteo dello sciopero generale per rendere la lotta dei precari un pezzo di tutte le lotte.
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