Precariato ENEA. Era il 14 novembre 2016……
Firmare un accordo sindacale è sempre una responsabilità la cui ‘enormità’ si misura dal cambiamento di vita che c’è per i lavoratori in risposta alla firma stessa. Se ‘toppi’ quella dei benefici assistenziali crei un danno, anche di natura economica ma rimediabile. Se firmi l’accordo pre-referendum del 30 novembre 2016 (come NON ha fatto USB) fai ricadere sui lavoratori restrizioni e taglio di diritti (compresi quelli economici) e li danneggi una vita.
USB PI (prima RdB) non ha mai firmato gli inutili accordi per ‘prorogare’ i contratti flessibili. Servivano solo per liberarsi la coscienza da parte di enti e sindacati che il precariato non lo hanno mai voluto risolvere con la stabilizzazione ma che ancora oggi lo alimentano (la FLC nel contratto SCUOLA-ricerca vuole rafforzare l’uso dell’assegno di ricerca, dandogli tutele effimere). Di fatto in Enea i sindacati firmatari hanno ‘accompagnato’ i lavoratori alla DTL per firmare un accordo sul licenziamento.
Nel novembre 2016, il 14, USB PI mentre ‘surriscaldava’ il clima sulle stabilizzazioni intravide in ENEA la possibilità di chiudere un capitolo doloroso. E firmò un accordo che prevedeva un percorso. Percorso che ha accompagnato con determinazione, con proposte per risolvere a volte problemi reali e contingenti (come quello del sottoinquadramento o evitare le prove pre-selettive a chi da anni prestava servizio nell’ENTE). Firmare un accordo sulle assunzioni significa assumersi la responsabilità di portare avanti una lotta vera, dura e risolutiva. In Enea, dobbiamo riconoscerlo, è stato siglare un patto che l’amministrazione ha portato a termine (riconoscere la controparte e la sua azione sta nella natura del confronto, della dialettica).
Nelle assemblee abbiamo disegnato il percorso, definito il minimo da spuntare, spiegato ai precari che, ovviamente, non si fidavano. USB si fidava di se stessa, della determinazione delle lotte che sappiamo mettere in campo. I comunicati (13 marzo, 19 luglio, 1 agosto, 22 settembre) hanno seguito l’iter. E solo per noi, l’iter (anche autorizzativo) ha seguito una logica chiara e credibile. Per altri no, anche perché a livello di proposte si è visto poco se non la ‘sensazione’ che si puntasse all’assunzione di tutti ma solo a ‘nicchie’.
Leggi tutto nel comunicato allegato!
USB P.I. Ricerca