Precariato INAF: Incontro interlocutorio ma positivo
Giovedi 18 gennaio USB PI ha incontrato i vertici dell’INAF. Nell’incontro USB PI ha illustrato l’importanza della giusta e corretta individuazione del personale che ricade nel comma 1. Appare, infatti, che alcuni EPR stiano decidendo di ignorare la circolare della Funzione Pubblica e restringere la platea ai soli TD che hanno 3 anni di contratto subordinato.
Tale interpretazione, oltre a ‘delegittimare’ l’iniziativa ministeriale e ‘derubricare’ gli assegni e i cococo, che pure sono lavoro subordinato ‘mascherato’, ha un effetto negativo sulla capacità dell’Ente di vedere concretizzato il cofinanziamento delle stabilizzazioni, con la possibilità di provocare un danno erariale.
Il caso INAF è emblematico. L’Ente ha individuato 75 lavoratori rientranti nel comma 1 ‘omogenei’. Ma in realtà, nel rispetto della circolare, la platea aumenta a 144. Di conseguenza, i lavoratori rientranti nel comma 2 sono 200 (ovviamente, questi numeri vanno ritenuti comunque provvisori).
Se INAF non applica la lettura dei commi che il Ministro Madia ha illustrato al parlamento su interpellanza dell’Onorevole Paris, può solo attendersi un cofinanziamento limitato (è prevedibile che l’insufficienza dei fondi previsti per le stabilizzazioni determini una suddivisione legata ai comma 1). Quindi riceverebbe il corrispettivo di 37,5 assunzioni (con una possibile limitazione dell’aumento del FOE qualora altri Enti, invece, rispettino l’interpretazione della circolare). Inoltre, si verificherebbe l’ulteriore effetto negativo dell’aumento del personale in comma 2 a 269 unità. Appare chiaro che se la richiesta di cofinanziamento fosse, invece, su 144 unità, l’Ente aspirerebbe ad un cofinanziamento per 72 unità.
USB PI ha illustrato al Presidente e al Direttore Generale come - grazie alle lotte di questi ultimi 18 mesi - siamo riusciti a portare fondi per stabilizzare tutti i precari di ISS, ISTAT, CREA, ISPRA e INAPP. Quindi, il cofinanziamento va diretto ai circa 3000 TD degli Enti vigilati del MIUR. Da nostre valutazioni, circa l’80% dei ‘comma 1’ può essere assunto al 1 gennaio 2019, impegnandoci con i lavoratori al reperimento del finanziamento per i restanti precari nella legge di bilancio 2019. Ma nell’80% individuabile dal DPCM di prossima emanazione ci devono essere (in ossequio alla circolare) anche i contratti a tempo determinato ‘complessi’ (TD più forme atipiche).
Con i vertici abbiamo anche condiviso l’importanza di intervenire presso la Funzione Pubblica per assicurarsi che il precariato INAF non venga ‘svantaggiato’ nel DPCM.
Riteniamo che l’incontro sia stato interlocutorio ma riteniamo anche che, al di là del fatto che il Presidente e il Direttore Generale non avevano discusso così in dettaglio del tema precariato con altre OOSS, l’argomento sia ormai nelle priorità dell’Ente. Verificheremo nel prossimo futuro se l’Ente saprà cogliere il massimo dal DPCM e avviare le stabilizzazioni.
Ora la parola passa ai lavoratori, che dovranno produrre i criteri con cui costruire l’applicazione del comma 1 e comma 2 e quindi riporteremo ai vertici le loro richieste, per aprire subito la seconda fase, mentre continuiamo a prepariare le iniziative per raggiungere l’obiettivo che ci siamo prefissi: 8800 assunzioni negli Enti vigilati dal MIUR.
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