Ricerca: bocciata la Giannini ma niente risorse, stabilizzazione e comparto

Ieri il consiglio dei ministri ha approvato in fase preliminare, il D.Lgs. di attuazione della delega prevista all’articolo 13 della Legge Madia. Al di là della propaganda, il governo non investe nella ricerca pubblica. Come evidenziamo nella scheda illustrativa allegata, i tiepidi tentativi di ‘sburocratizzare’ i piani assunzionali e le piante organiche e sdoganare finalmente un sistema di governance più generale (incardinato nella PCM), per supplire al fallimento dei Ministri MIUR di questi anni, ha visto anche la cancellazione di iniziative importanti prima presenti nei testi che circolavano in ambienti ministeriali, tra cui la riduzione di IRAP ed IVA (che chiediamo da almeno 10 anni per eliminare le discriminazioni con la tassazione privilegiata della ricerca privata). Manca inoltre ogni sia pur minima misura di stabilizzazione (l’utilizzo dell’80% del bilancio ordinario per assumere non è cosa nuova se non per la semplificazione dell’iter e, peraltro, risulta inutile senza un adeguato incremento dei finanziamenti ordinari) e manca, seppure nella dimostrazione del fallimento del MIUR, un comparto ad hoc. Quest’ultima in particolare è una contraddizione lampante. Si certifica che il comparto esiste come entità specifica ed organizzativa, definendo persino una governance più generale e rispondente alle esigenze del Paese ma poi dal punto di vista contrattuale si lasciano i lavoratori in balia di un atto di indirizzo di un singolo ministro, in un comparto che per numeri e costituzione non potrà rispondere alle necessità del settore!!!
Il testo contiene altre nefandezze ed una visione della ricerca ‘pseudomeritocraticamente gerarchizzata’ che traspare anche dalle modalità di valutazione, tutte rivolte alla ‘ricaduta’ commerciale della ricerca. In un settore dove il più importante ente ha per presidente non il ‘vincitore’ della valutazione della commissione preposta, ma il quarto classificato a pari merito su cinque (quindi, l’ultimo a pari merito...), si continua a proporre la valutazione Anvur che, quotidianamente, viene smentita in ambito universitario e negli enti che già la applicano. E’ chiaro che il consiglio dei ministri non sa di cosa sta parlando.
Per questo, per pretendere quello che veramente serve al Paese e alla Ricerca Pubblica, diventa necessario costruire da subito la mobilitazione negli enti ed aderire ad USB PI e allo sciopero generale di settembre. Passare dalla lotta difensiva a quella offensiva. Come dipendenti pubblici, dobbiamo pretendere aumenti salariali veri e non gli spiccioli a cui Renzi e CGIL CISL e UIL vogliono costringerci. Come lavoratori della ricerca, dobbiamo riavere i finanziamenti pre-spending review, quelli del 2008; dobbiamo pretendere un piano di stabilizzazioni per assumere i precari e la ricostituzione del comparto della Ricerca, spaccando il comparto brunettiano e cgilino “della conoscenza” costruito su una ”filiera” tutta rivolta alla privatizzazione.

 

IN ALLEGATO L' ANALISI PRELIMINARE DEL PROBABILE TESTO DI DELEGA APPROVATO IN CDM il 25 AGOSTO