Ricerca, i salari non si toccano né ora né mai

Roma -

Mentre si consuma l’ennesimo gioco di forza tra CGILCISLUIL (il sindacato unico) e Presidenza in merito ai famigerati contratti integrativi 2017 e 2018, che per la terza volta vengono rigettati dalle autorità preposte (Dipartimento Funzione Pubblica e Ministero Economia e Finanze), parte in “forma cautelativa” l’ennesimo ricatto dell’Amministrazione INAPP sul taglio dei salari ai ricercatori, a partire da questa mensilità, comunicato alle parti trattanti. Questo il contenuto di una informativa arrivata stamani alle OO.SS e RSU.

 

 

 

La pistola alle tempie dei lavoratori l’hanno messa di comune accordo (vertici INAPP e confederali), anche se ciascuno attribuirà all’altro la responsabilità di quanto sta avvenendo.

 

 

 

PERCHE’?

 

 

 

1) I contratti integrativi vengono bocciati poiché non prevedono che IOS (destinata ai Ric./Tec.) e Produttività individuale e collettiva (ovvero il “Fondino” dedicato ai livelli IV –VIII) vengano distribuiti in modo differenziato tra i lavoratori. E’ il famigerato principio della MERITOCRAZIA, di “brunettiana” memoria, ben sottolineato in quel CCNL 2016-2018 di cui sono firmatari CGILCISLUIL. E’ così vero che le stesse note del DFP richiamano il capoverso specifico contemplato nel CCNL scuola – ricerca che recita “ Gli Enti riconoscono il merito e la capacità professionale dei ricercatori e tecnologi, mediante strumenti di valorizzazione delle competenze acquisite e dei risultati raggiunti nelle attività di ricerca, previste dal d.lgs. n.218 del 2016. (art.81, comma 10).”

 

2) Le note di MEF e DFP partono il 9 maggio 2019 comprensive della bocciatura dei due CCNI 2017 e 2018. Il 14 maggio l’Amministrazione INAPP convoca urgentemente le parti trattanti (OO.SS. e RSU), prima per il 15 e poi per il 16.

 

3) Le OO.SS, nonostante la gravità della situazione, decidono che la vera priorità sia la propria agenda e, alla faccia dei sicuri ricatti dell’Amministrazione (cui siamo ormai abituati), si rendono indisponibili per entrambe le date proposte dall’Amministrazione, rimandando il tutto al 22 maggio.

 

 

 

A questo punto il gioco è fatto!!!!

 

 

 

Finalmente l’Amministrazione ha il campo libero per agire in modo unilaterale, sostenendo che procederà in primis, a fini cautelativi, al taglio del 50% della IOS già da questa mensilità, mettendo in conto di recuperare i soldi del 2017 e 2018 (ovviamente dai prossimi stipendi) una volta che avrà deciso i criteri “meritocratici” sulla base dei quali avviare il recupero crediti. E’ ovvio che la colpa verrà addossata ai confederali.

 

 

 

Viceversa, finalmente i confederali potranno dire che la meritocrazia è il frutto di scelte unilaterali della presidenza e che nulla c’entra il nuovo CCNL di cui sono i firmatari, addossando la colpa all’Amministrazione. Perché non sarebbe impresa facile conciliare quel principio della meritocrazia, previsto nel CCNL 2016-2018 e sottoscritto un anno fa, con la sua applicazione nel nostro istituto e magari tra i propri iscritti.

 

 

 

Questa è la realtà schiacciante. Questo lo stato delle cose la cui gravità non viene scalfita da una nuova (pare) posizione dell’Amministrazione, disponibile ad aspettare il 22 maggio, prima di procedere alla decurtazione della IOS. Il prossimo taglio sarà ovviamente sulla base dei famosissimi criteri meritocratici (per i ricercatori e i livelli), non sarà necessaria alcuna ragione “cautelativa” e ciascuna delle parti addosserà la responsabilità all’altra.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Dinanzi a questa vergogna che grida vendetta

 

USB pretende

 

che il tavolo si apra immediatamente con l’obiettivo primario di trovare una soluzione che non impatti sugli attuali salari

 

Alla faccia di quella finta meritocrazia che vale solo per chi non deve subirla.

 

 

 

 

 

USB PI- RICERCA