Ricerca, USB: il premio Nobel Parisi ha ragione, la ricerca pubblica italiana muore per la fuga dei cervelli, gli stipendi bassi e il taglio dei fondi. Il 28 maggio assemblea a Roma con candidati alle Europee e parlamentari
Le dichiarazioni del Premio Nobel Parisi sono l’assoluta verità. USB sono anni che denuncia che precariato, bassi salati e blocchi di carriera, fondi ordinari insufficienti sono la causa di un progressivo ritardo della nostra ricerca pubblica dal resto di Europa.
I salari del personale di ricerca italiana sono un terzo di quelli tedeschi o francesi per tutte le professionalità e rispetto all’esperienza maturata. Il lungo precariato non viene considerato nella ricostruzione di carriera è in aumento dopo le stabilizzazioni.
D’altra parte, però, aumentano i bandi di selezione che vanno deserti e specie alcune professionalità non sono attratte dall’essere assunti negli enti di ricerca, a dimostrazione che l’attrattività del comparto sta divenendo sempre minore.
Per altro il finanziamento della ricerca, con i vincoli imposti verso il privato e le problematiche che stanno emergendo in maniera centrale sulla ricerca militare (dual use), mettono in pericolo la libertà di ricerca e hanno indebolito la ricerca di base che vedeva il nostro paese ai primi posti come produzione e disseminazione.
Per questo USB ha invitato candidati alle elezioni Europee e parlamentari a discutere che tipo di impegno intendono prendere per rilanciare la ricerca pubblica con domande precise sulle procedure parlamentari Italiane ed Europee.
L’appuntamento che sarà trasmesso anche nel canale Youtube USB-Ispra, al seguente link: https://www.youtube.com/live/9DgfViY_shA?si=D_T54GecXJ-jzYu2
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