USB P.I. RICERCA: INACCETTABILE POLICY ADVICE PER INAPP

Nazionale -

Gli esiti del lavoro “L’importanza strategica del policy advice e il ruolo dell’INAPP” quale strumento per suggerire al Governo il modo in cui uscire indenni da quel grave pasticcio provocato dal decreto legislativo 150/2015 (dalla sovrapposizioni di funzioni tra INAPP e  ANPAL fino alla dipendenza economica del primo dal secondo, passando per lo svuotamento di ruoli e funzioni del MdL) è assolutamente inaccettabile da parte della USB, poiché ridefinendo la “conversione” dell’ex-ISFOL – oggi INAPP - in struttura di policy advice, ricalca la storica ratio della good e bad company.

 

La good company è chiaramente identificata e dimensionata: circa 35 unità di ricerca ( pag.73)  quale organico di una  fondazione parzialmente autonoma ( pag.76). Viceversa,  della bad company:  il vecchio ISFOL costituito dalle restanti 420 unità,  il documento non fa  che pochi  accenni  insomma, una sorta di  zavorra, di cui qualcuno si dovrà occupare ( chi?) mentre si lavora per dare visibilità e autorevolezza alla good company.

 

Tutto questo mentre negli EPR  la nostra organizzazione sta lavorando per la stabilizzazione dei precari (da noi costituiscono la metà delle risorse umane in forze);  impresa faraonica  in un contesto come il nostro, in cui oltre alla latitanza del Ministero vigilante  e gli appetiti di ANPAL, dobbiamo anche fronteggiare un management che non si fa scrupolo di proiettare slides,  davanti a numerosi policy maker e tutto il personale, in cui evidenzia il sovradimensionamento della dotazione di personale come un handicap dell’INAPP (pag 71. Punto 3).

 

La vera sfida di un capitano che naviga in un mare tempestoso è portare tutto l’equipaggio in salvo che per USB  significa  stabilizzazione di tutto il personale ed azioni concrete da parte del Ministero del Lavoro a partire da una revisione del 150/2015 in termini di  risoluzione dei problemi da questo generati, ma anche di un Presidente che date le pur tiepide opportunità offerte dal 218/2016 e della riforma Madia deve scegliere se essere il Presidente di tutti o di una good company costituita da un pugno di eletti.

 

Ed è inaccettabile spendere soldi (quanti??) per un rapporto di ricerca simile, pere farci dire dall’esterno cosa ciò dovremmo fare, senza neanche interrogare la tanto sbandierata comunità scientifica qui dentro. Non ci interessa e non interessa al Paese l’ennesimo centro studi utile forse solo per perseguire i propri scopi. USB ha sempre difeso l’EPR ISFOL oggi INAPP e lo continuerà a fare, ma con maggiore forza e determinazione perché ad esso sono legate indissolubilmente le sorti di tutti i lavoratori, specialmente dei precari.

 

 USB P.I. – INAPP