USB Ricerca risponde alla FLC CGIL

Nazionale -

Negli ultimi giorni, con l’avvicinarsi delle date del voto RSU, siamo sottoposti ad una serie di attacchi provenienti dalla vecchia maggioranza  ISS composta da CGILCISLUIL.  Gli attacchi sono accomunati dalle minacce di querele evidentemente utili a coprire il vuoto politico e di contenuti che caratterizza queste organizzazioni. Addirittura la CGIL paventa conseguenze penali per aver espresso liberamente il nostro pensiero sul nuovo CCNL, firmato appunto da CGILCISLUIL.


Se pensano di silenziarci, sbagliano di brutto!


Seppur USB è impegnata nel fare sindacato, non possiamo permettere a nessuno di impedirci di esprimere le nostre opinioni liberamente. La libertà di pensiero e di espressione sono valori assoluti che intendiamo difendere con ogni mezzo necessario dai pruriti repressivi di organizzazioni sindacali evidentemente incapaci di affrontare lo scontro sindacale sui contenuti. Pertanto non solo rivendichiamo la nostra analisi del CCNL, ma ribattiamo punto per punto alle deboli argomentazioni cvon le quali la CGIL tenta di difendere un contratto indifendibile.


Nomine all’ISS


Ci accusano di aver sorvolato sulle commissioni per i capi centro e dipartimento infarcite di gente di provenienza dell’Università Cattolica, mentre loro avrebbero “accusato” il Presidente in assemblea. Le ridicole denunce della CGIL erano sbagliate, basti andar a vedere gli esiti di quelle selezioni che non hanno determinato un arrivo in massa di dirigenti di provenienza Gemelli,  e prive di qualsiasi efficacia. Chiaramente il problema delle pressioni dall'esterno per le nomine esiste eccome, ma è un problema più ampio che investe anche altri ambiti, compreso quello sindacale. USB PI ha sempre scelto di non intervenire sulle nomine, né in iss né altrove, perché riteniamo non sia compito dei sindacati scegliere i dirigenti. Chiaramente vigiliamo sulla correttezza dei procedimenti, infatti oggi che ci sono i presupposti, USB, in splendida solitudine, sta portando avanti uno scontro vero sui rapporti con l'Università Cattolica con denunce circostanziate, a difesa  della terzietà dell’ente e del ruolo che riveste nel Paese.

L’ex comparto Ricerca


Ci accusano del fatto che avremmo voluto portare la ricerca nel comparto Funzioni Centrali, ritenendo inevitabile la riduzione dei comparti e sostenendo che l’attuale assetto, con la Ricerca insieme alla Scuola, tutelerebbe il nostro settore.


USB PI Ricerca quella trattativa, invece, l’ha eccome per combattere il comparto Istruzione e non per entrare nelle Funzioni Centrali! Abbiamo contrastato l'applicazione della norma di riduzione dei comparti sostenendo che quel numero avrebbe sacrificato settori strategici come la Ricerca e non avrebbe consentito un assetto funzionale del pubblico impiego.

 

Abbiamo chiesto ripetutamente al Governo di modificarla, come era nella sua disponibilità durante tutto l’Iter della riforma madia, portando almeno a 5 i comparti. In questo modo avremmo potuto sicuramente difendere le nostre specificità, ma CGIL CISL e UIL si sono guardate bene dal fare fronte comune su questa richiesta incapaci di immaginare uno scontro con il Governo amico.


Dopo aver cercato ripetutamente di far saltare l’accordo, incontrando sempre l’opposizione di CGIL CISL e UIL, al tavolo USB ha sostenuto il seguente assetto dei comparti:


Ministeri, Enti Pubblici Non Economici, Agenzie Fiscali
Enti Locali e Sanità
Scuola
Università e Ricerca


Un assetto sicuramente più equilibrato, nel quale la Ricerca avrebbe potuto avere davvero il suo spazio. L’asse CGIL-ARAN si è opposto a questa ipotesi, andando a perseguire pervicacemente l’assetto attuale, guarda caso sovrapponibile con l’assetto organizzativo della CGIL.

Abbiamo perso, ma siamo fieri di aver combattuto fino alla fine contro la lobby anti-ricerca. Ora, il risultato della vittoria CGIL è sotto gli occhi di tutti. L’immagine dei rappresentanti di CGILCISLUIL della Ricerca che, abbattuti, attendono una notta nella sala Nenni dell’ARAN che i sindacati della scuola scrivano il contratto al piano superiore, è immagine chiara e rappresentativa di come 'vincere' sia stata una sconfitta soprattuto per loro.
Vogliamo sottolineare che la lotta per il comparto RICERCA,  USB la sta ancora combattendo!

Il personale a tempo determinato
Ci dicono che l’art. 80 comma 14 del contratto, riporta semplicemente quanto stabilito dal D.Lgs. 165/2001, che è legge dello Stato e non può essere modificata da un contratto e che rimpiangeremmo l’art.5 del vecchio CCNL che prevedeva una specie di tenure-track.

Innanzitutto rivendichiamo l'articolo 5 del vecchio CCNL che fu un risultato dell'allora RdB che superava il dlg165/2001. Oggi, la realtà è che il “loro” contratto fa due passi indietro riportando sul CCNL la norma del dlgs 165/2001 ossia il jobs act che recita “In nessun caso il rapporto di lavoro a tempo determinato può trasformarsi in rapporto di lavoro a tempo indeterminato”. È vero che è una legge, ma non è indifferente se questa norma viene riportata su un CCNL con la firma dei sindacati soprattutto mentre tantissimi precari cercano la strada della stabilizzazione anche attraverso ricorsi proprio attraverso il superamento di quella norma di legge. Ad esempio i cosiddetti comma 1 misti che non hanno i 3 anni a TD e sono esclusi dalle interpretazioni di molti  Presidenti degli EPR.


Inoltre l’articolo 80 del nuovo CCNL recepisce appieno il Jobs Act, un complesso di leggi che aveva visto manifestazioni di avversione della CGIL, che diviene la base per riaprire le porte ad un precariato infinito. Appare eviodente la contraddizione di chi, come la CGIL, rivendica il proprio ruolo nelle stabilizzazioni, che non c'è stato, e poi firma un contratto che alimenta la precarizzazione della Ricerca.  USB, dopo aver conquistato le stabilizzazioni con la lotta, a partire da ISS e ISTAT, coerentemente lavora per contrastare la creazione di nuovo precariato. D'altronde la negazione del voto agli ADR è la dimostrazione che la persistenza del precariato è perfettamente nelle corde del sindacato della 'filiera' della conoscenza.

Il ruolo della RSU negli enti monosede
Sostengono che sulla rappresentanza delle RSU al tavolo di trattativa integrativa nazionale non si poteva fare diversamente. Per cui solo gli enti monosede potranno averla.


La discriminazione è palese e l’ammettono senza difendersi. Quindi l’esclusione di tanti enti è stata fatta per incapacità di proporre una soluzione. E gli elettori del CNR, di ISPRA, ENEA, INAF, INDIRE etc etc sono stati discriminati per questo. MA USB aveva proposto, invece, come fare. RSU nazionali con schede senza nomitativi in contemporanea alle votazioni locali avrebbero evitato di negare il diritto al 90% del comparto (contando anche gli 11 enti di cui la maggior parte nemmeno citati nel DLGS 218, quindi dimenticati pure dalla CGIL).

La differenziazione brunettiana dei premi individuali
Affermano che la meritocrazia brunettiana non si applica ai lavoratori delle ricerca perché non previsto nelle specifica sezione contrattuale.
Purtroppo per loro il contratto ha anche una parte comune a tutti che all’art.20 prevede il meccanismo di valutazione e conseguente differenziazione del salario, individuando al comma 4 le categorie escluse solo per adesso. Tra queste c’è il personale della Scuola e ci sono i ricercatori, che sono salvi almeno fino a quando non verrà fatto un decreto previsto nella ‘brunetta’.

Il personale dei livelli degli EPR è purtroppo chiaramente compreso anche nelle eventuali ‘valutazioni negative’ non scritte ma possibilissime. Ovviamente USB si opporrà con tutti gli strumenti a nostra disposizione all’applicazione di questa norma contrattuale, ma sicuramente non affideremo il destino del salario dei lavoratori alle interpretazioni dei presunti legulei della CGIL.

L’autonomia della Ricerca


Sostengono che Il nuovo contratto tuteli la libertà di ricerca perché i ricercatori e tecnologi non sono soggetti a sanzioni disciplinari per motivi che attengano all’autonomia professionale nello svolgimento dell’attività di ricerca, e perché il personale ricercatore e tecnologo non può essere gerarchicamente subordinato alla dirigenza amministrativa per quanto attiene alla gestione della ricerca o delle attività tecnico-scientifiche. Inoltre ci accusano di aver di aver impedito che tale norma fosse inserita nel nostro Statuto come proposto da FLC CGIL.


E' chiaro che la separazione tra la FLC ed i lavoratori, anzi dalle stesse strutture di ente, è abissale. Sono anni che i ricercatori continuano a recriminare la crescente burocratizzazione e difficoltà a lavorare. Nel caso di Enti trasformati in Agenzie come ex ISPESL ed ANPAL la FP CGIL ha già deciso la definitiva uscita dal settore ricerca (vedi contratto Funzioni centrali) con la chiara compiacenza della stessa FLC (dichiarazione congiunta al CCNL). Se non bastassero questi esempi a dimostrare la 'partecipazione' ad un generale processo di agenzializzazione della ricerca o la 'modernizzazione' dell'Istat, l'articolo 11 comma 2 lettera H con chiarezza definisce l'assoluta priorità della dirigenza amministrativa sulla ricerca e se, forse, si tutela il singolo ricercatore (ripetiamo, forse, perché le letture leguleie della FLC da anni sbattono contro le interpretazioni dirigenziali) si lasciano in pasto le equipe di ricerca e, quindi, la libertà di ricerca nella sua reale e costitutiva lettura. Per chi vive e lavora nella ricerca questo è facilmente percettibile. Ma come ammettono gli stessi FLC che già prima del CCNL, quindi con norme più protettive, il fenomeno lo prevedevano, quando asseriscono di tentato di inserirlo nello statuto ISS (solo in quello?). USB lavorando sul DLGS 218/2016, invece, non avrebbe mai previsto un così rapido e preventivo peggioramento normativo. E per questo ammettiamo di essere stati battuti nella difesa del comparto e dell'ambiente ricerca da chi ha voluto il nuovo comparto. Per ora, solo per ora battuti.


Accordo ASI


Infine, ci accusa di aver firmato all’ASI un contratto integrativo che abbassa l’importo della IOS per ricercatori e tecnologi.


Precisiamo subito che l’affermazione è falsa. Infatti, grazie all’accordo lo IOS dei terzi livelli è stato conservato senza tagli. Forse la FLC intendeva accettare la proposta dell’ASI che tagliava i III livelli a favore del mantenimento dello IOS di altri livelli. Ma la FLC citando l’esempio dimentica e si auto-accusa di una mancanza chiara del CCNL Istruzione: nel ccnl manca una norma per riportare gli accessori ai valori precedenti alle norme del DLGS 150/ 2009 che la stessa CGIL ha fatto propri (si veda la dichiarazione congiunta numero 3).

Un vero errore citare questo esempio adattissimo per dimostrare come i salari dei lavoratori siano congelati in senso peggiorativo dal nuovo contratto, fatto mai avvenuto in precedenza.

Dopo aver smontato le deboli tesi di difesa del CCNL, utili immaginiamo soprattutto a veicolare insulti nei nostri confronti, concludiamo chiedendo alla CGIL perché non ci risponde su altre questioni relative al contratto, limitandosi alle solite interpretazioni da azzeccagarbugli che solitamente finiscono per non produrre niente di concreto per i lavoratori.


Chiediamo:


Perché la CGIL ha firmato prima l’accordo del 30 novembre e poi il CCNL con aumenti del 3,48% quando nel periodo di blocco contrattuale la perdita dei salari è stata di oltre il 13%?


Perché la CGIL non ha chiesto al MIUR e agli altri Vigilanti per tutti aumenti in linea con gli aumenti con quelli ottenuti dal MIUR per i dirigenza scolastica (6000 euro lordi)?


Perché la CGIL al tavolo dell’ARAN si è battuta per superare il 3,48% di aumento, seppure aggiungendo ad un’elemosina un’altra elemosina, solo per i docenti della Scuola? Perché non forzare per ”derogare” anche sui salari dei lavoratori della Ricerca, peraltro non vincolati dagli stanziamenti del MEF?


Perché ha firmato un accordo (sempre quello del 30 novembre) ed il conseguente contratto che non ha cancellato totalmente come strombazza nei comunicati l’impianto brunettiano dalla meritocrazia alla tassa sulla malattia?


Perché la CGIL ha firmato un contratto che non contiene nessun miglioramento per i lavoratori continuando ad applicare la fallimentare politica di riduzione del danno che ci ha condotto allo stato in cui siamo?


IL NUOVO CONTRATTO È INDIFENDIBILE E VA BOCCIATO
INSIEME A COLORO CHE L'HANNO FIRMATO!


Invitiamo i rappresentanti delle organizzazioni confederali ad impiegare meglio il proprio tempo, invece di tentare inutilmente di intimidirci con minacce più o meno velate sui comunicati che fanno il paio con chi passa il tempo a strappare le nostre locandine in giro per gli enti, lasciando intatte quelle di CGILCISLUIL.


Continueremo a lottare per i lavoratori dell’ISS e di tutti gli enti come abbiamo sempre fatto, difendendone la funzione, i diritti, le condizioni materiali e di lavoro.


Continueremo a lottare per difendere l’ISS e quella degli EPR, la loro terzietà, la loro funzione, il loro ruolo per il PAESE.


Continueremo, senza farci intimidire, a chiedere un comparto per la ricerca.
Continueremo a lavorare per costruire un sindacato alternativo, libero e partecipativo.



USB Ricerca