Comunicato su audizione ENEA del 30/01/2025 presso le Commissioni Parlamentari

Roma -

Sconcerto, costernazione, rabbia: questi i sentimenti che stanno agitando le decine di colleghe e colleghi impegnati quotidianamente nella ricerca sulla fusione nucleare ed in particolare nel progetto e realizzazione di DTT, il nuovo tokamak nel centro ENEA di Frascati. Rabbia scatenata a seguito dell’audizione di ENEA da parte delle Commissioni parlamentari Ambiente ed Attività Produttive (Indagine conoscitiva sull’energia nucleare, 30/01/2025, vedi al link:

webtv.camera.it/evento/27175

) durante la quale il rappresentante dell’ENEA, dopo una lunga prolusione sulle magnifiche sorti e progressive delle attività ENEA legate al nucleare da fissione, nelle poche parole spese sulla fusione ha tralasciato di citare proprio il progetto DTT sul quale ENEA si è esposta per centinaia di milioni di euro, e del quale detiene il 70% della quota societaria – e che sarà realizzato proprio nel centro ENEA dove il suddetto rappresentante ha i suoi uffici. Sappiamo per certo (e ci sono i documenti a provarlo) che non si è trattato di una momentanea amnesia: l’intervento è stato concordato con il Direttore Generale.

Ed è proprio a lui che chiediamo conto di quanto sta accadendo: le scelte strategiche in favore di un revanscismo nuclearista (ricordiamo fra l’altro l’occupazione di spazi e laboratori al Brasimone ad opera della Newcleo), in netta controtendenza con l’esito di ben due referendum, l’ultimo nel 2011, non sono accettabili e soprattutto non lo sono negando negli spazi istituzionali una realtà che sta prendendo forma nel centro ricerche Frascati, ad opera del lavoro incessante di buona parte della comunità fusionistica nazionale. È paradossale che il più grande progetto che ENEA abbia mai contribuito a realizzare sia nascosto, quasi rinnegato da ENEA stessa. Sembra un’ulteriore dimostrazione dell’ambiguità che caratterizza certe azioni della dirigenza ENEA.

È quindi necessario che il Direttore Generale chiarisca pubblicamente quali siano le intenzioni di ENEA nei confronti del progetto DTT, e che si impegni in tutti gli ambiti istituzionali affinché questo, e tutte le altre attività di ricerca in ENEA, riceva un finanziamento adeguato. USB contatterà i propri referenti istituzionali per sollevare la questione.

Infine, da quanto emerso nell’audizione risulta chiaro che le richieste di settori energivori (come quelli dei big data center, motori dell’intelligenza artificiale, in completo controllo dei competitors americani) stiano travalicando l’interesse della collettività nazionale. Proprio perché qui si tratta di profitto e non di ambiente, USB è sin da ora impegnata a costruire, anche e soprattutto sulla base di solide certezze scientifiche, l’opposizione alla svolta fissionistica. ENEA non è di proprietà del DG, o di openAI, o Zuckerberg. ENEA appartiene alla collettività!