ENEA: ACCORDO "OMNIBUS": DUE ANNI DA RIMANDATO … E OGGI PURE BOCCIATO!

Roma -

Trattative interminabili. All’ENEA ci si incontra per ore, ci si rivede dopo mesi e nel frattempo cambiano contesti, interpretazioni normative e i danni li pagano sempre i lavoratori. Ora, se per esempio i colleghi danneggiati dal precedente accordo decidessero di non votare il loro sindacato di riferimento chi potrebbe dar loro torto? Ma il problema è più articolato e riguarda il fatto che battaglie di retroguardia o particolaristiche ritardano anche istituti su cui ci sono meno problemi (in questo caso si tratta dell'anticipo di fascia stipendiale per i ricercatori-tecnologi). Ma analizziamo perché l'omnibus è naufragato e di chi sono le responsabilità.

Questo accordo fallisce innanzitutto perché è un miscuglio informe di norme contrattuali, sanatorie per il personale danneggiato dai firmatari del primo contratto integrativo dell'ENEA negli EPR e regalucci vari, inutili alla maggior parte del personale. Come abbiamo sostenuto fin dall’inizio, occorreva stralciare e firmare separatamente i singoli pezzi dell’accordo. Così sarebbe stato evidente come la parte dedicata al rimborso taxi fosse una marchetta pagata ad una sigla sindacale o la vicenda della sede estera (Bruxelles) una volontà dell'Amministrazione senza alcun motivo e vantaggio per i lavoratori. I risultati ci danno ragione.

La seconda motivazione è la lunghezza della contrattazione. Mesi. Anni. Questa contrattazione è iniziata nel 2013. E siccome le norme si affastellano e la persecuzione nei confronti del pubblico dipendente rimane ed anzi aumenta, terminare una trattativa presto a volte significa evitare il consolidarsi di interpretazioni di FP e MEF vincolanti.

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