ENEA: TRATTARE O MALTRATTARE

Roma -

La discussione riguardante l’Ipotesi di accordo integrativo, oggetto della riunione sindacale di martedì 28, non può essere ridotta semplicemente ad una analisi degli articoli così come sono stati ridefiniti dopo i diversi incontri di trattativa, ma va inquadrata complessivamente nell’arco di un anno di gestione commissariale del Prof. Testa.

Va da sé che se considerassimo i diversi passaggi normativi dell’attuale gestione come atti singoli non potremmo non esprimere un giudizio positivo per gli sforzi fatti di recepire in questo accordo alcune delle posizioni espresse dai sindacati al tavolo.

In particolare per i R&T, registriamo positivamente: l’immissione di nuove risorse come previsto dal contratto EPR nel caso di ristrutturazione dell’Ente; lo IOS mensile più che raddoppiato (pur rimanendo tra i valori più bassi del Comparto) con l’importo maggiore al III livello; l’erogazione dei “premi di produttività” - riguardanti i residui dei 4 anni precedenti - come IOS “una tantum” con una differenziazione tra “bravi” e “meno bravi” ridotta ad un rapporto 10% e 90% rispetto al precedente 30/70. Mentre, a compensazione, si conferma una pletora di incarichi di responsabilità (e relative indennità) quasi sempre assegnati per nomina e il mantenimento di una struttura amministrativa ridondante.

Per i livelli IV-VIII viene incrementata, di una quota ridicola, l’indennità di ente mensile (IEM) stavolta proporzionalmente ai livelli mentre, come per i R&T, l’erogazione dei “premi” viene proposta con una differenziazione nel rapporto 10/90; le progressioni economiche ex art. 53 per i livellati (super 1, 2 e 3) vengono attivate per l’anno in corso con lo stanziamento di una quota, 50.000 €, che non solo USB giudica del tutto insufficiente.

Ma, al di là dei singoli articoli, è tutta l’impostazione pseudo-meritocratica che si vuole dare al “nuovo” corso, rivendicata a ogni pie’ sospinto dai vertici dell’Ente, ad essere una costruzione traballante e poco convincente. Un’impostazione di carattere aziendalista basata sul concetto di margine “operativo” (differenza tra entrate e uscite) che tende a mettere sempre più in competizione tra loro i ricercatori, sia singolarmente che come gruppi di lavoro, in una corsa all’approvvigionamento di progetti ricchi il più possibile quale metro di giudizio circa la bontà della ricerca stessa e conseguentemente della remunerazione individuale.

Leggi tutto nel comunicato allegato!

USB P.I. Ricerca